Un progetto civico che si prepara a diventare un partito già nel 2026. Alessandro Onorato, assessore capitolino e promotore della rete degli amministratori che si è riunita ieri a Roma, guarda lontano e spiega: “Vogliamo dare una mano molto generosa” al centrosinistra, un “contributo fattivo”, parlando più che di “campo largo”, di “campo reale”. In una coalizione “ognuno ha una identità: Pd, Avs e M5s hanno la loro; ora serve una forza civica riformista che punta al cambiamento”. E, se ci saranno primarie di coalizione, annuncia, “noi avremo il nostro candidato”.
Tra i nomi di punta di Progetto Civico Italia, oltre allo stesso Onorato, c’è la sindaca di Genova Silvia Salis, in passato già indicata come possibile alternativa alla leadership di Elly Schlein. E, poi: il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, Ismaele La Vardera, deputato della Regione siciliana da pochi giorni sotto scorta per l’impegno antimafia, e tanti altri. Il parterre dei volti noti accorsi ad ascoltare nella Capitale i circa 200 amministratori – dal leader del M5s Giuseppe Conte al presidente del Pd Stefano Bonaccini – ha mostrato plasticamente quanto alte siano le antenne nel centrosinistra per il nuovo progetto. Che corre parallelo alla Casa Riformista di Iv o – secondo qualcuno – la insidia.
Matteo Renzi osserva da lontano e si mostra benevolo: “Una interessante iniziativa. Serve che tutti portino voti e nessuno metta veti. Casa Riformista ha fatto il 4.5% in Calabria, l’8.9% in Toscana – rimarca -, adesso il prossimo step è la Campania”. Azione, invece, punge: “Onorato ha attaccato Calenda sostenendo che non c’è spazio al centro, perché bisogna decidere se stare con o contro Meloni”, serve “rispetto”, “noi stiamo con chi usa responsabilità, coerenza e coraggio”.
A che percentuale potremmo arrivare? “Oggi questo mondo civico in Italia è oltre il 10% – risponde Onorato, ospite di Un Giorno da Pecora – quanto precisamente non lo so ma basta vedere i dati: a Napoli le liste civiche collegate a Manfredi hanno più consiglieri comunali del Pd…”. Calenda e Renzi “volevano fare il terzo polo, noi crediamo che non sia utile oggi”.
Bettini, storico consigliere Pd e tra i padri dell’alleanza giallorossa non la vede in modo troppo differente: “La nuova aggregazione, che può aspirare al 10%, deve essere fondamentalmente civica” e “aperta ai nuovi protagonisti della politica e capace di promuovere una nuova classe dirigente – dice al Foglio -. Onorato e Salis sono questo”. Obiettivo: un’area moderata, riformista e liberale che sia la terza gamba dell’alleanza progressista. Per consolidare il progetto, dopo la reunion nella Capitale nel futuro più prossimo della rete ci sono due nuovi incontri: uno a Napoli, entro fine anno, e uno in Sicilia.