IL RAPPORTO

“Comune che vai, fisco che trovi”, la pressione sulle piccole imprese

Dati illustrati nella settima edizione dell’Osservatorio CNA

“Comune che vai, fisco che trovi”, la pressione sulle piccole imprese

La settima edizione dell’Osservatorio CNA “Comune che vai, fisco che trovi”, recentemente presentata a Roma alla presenza del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, offre una fotografia dettagliata del peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in tutta Italia, evidenziando le differenze territoriali e l’evoluzione rispetto agli anni precedenti.
Si assiste ad un lieve calo della tassazione sulle imprese personali nel 2024 al 52,3% dal 52,8%, ma vi è anche la conferma di consistenti divari territoriali. In media, le imprese italiane hanno lavorato per il fisco fino al 9 luglio, due giorni in meno rispetto all’anno precedente.

Il rapporto della CNA riguarda un’impresa tipo. Nello specifico un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio di proprietà destinato alla vendita di 175 mq con valori immobiliari di 500mila euro in tutti i comuni, ricavi per 431mila euro e un reddito d’impresa di 50mila. Imprese quindi rappresentative del tessuto territoriale.

La situazione a Frosinone non è rosea, il capoluogo si colloca al 75° posto della graduatoria. In questo caso la cosiddetta liberazione fiscale, il giorno in cui l’imprenditore smette di lavorare per pagare il fisco, è l’11 luglio. Due giorni dopo la media nazionale, che già non è particolarmente incoraggiante. Prima di tale data, a Frosinone non ci si può dire liberi dal “socio” Stato. In altre parole, quasi il 53% del reddito d’impresa di un imprenditore ciociaro tipo viene assorbito da imposte e contributi.