A cura di Ilaria Solazzo
Pierangelo Argentieri, il volto del turismo che cambia: innovazione e visione dalla Puglia al palcoscenico nazionale
In un’epoca in cui il turismo italiano cerca nuove strade per coniugare sostenibilità, innovazione e cultura, una figura spicca per coerenza, visione e capacità di guidare il cambiamento: Pierangelo Argentieri. Imprenditore alberghiero, Presidente di Federalberghi Brindisi e vicepresidente regionale dell’associazione di categoria, Argentieri è oggi uno dei nomi più autorevoli del turismo pugliese e nazionale.
Originario di San Michele Salentino e mesagnese di adozione, nel cuore della provincia di Brindisi, Argentieri ha costruito la sua carriera puntando sulla qualità dell’accoglienza e sul legame profondo con il territorio. È il direttore di prestigiose strutture come Tenuta Moreno, dimora storica trasformata in un elegante resort di charme, e Palazzo Virgilio Hotel, moderna struttura cittadina che guarda al viaggiatore d’affari, ma con uno sguardo attento al comfort ed all’esperienza. Tra le altre strutture ricordiamo anche Masseria Malvindi in Mesagne (Br) e l’Ostello della gioventù di Brindisi.
Un leader riconosciuto nel panorama turistico
La sua leadership non è passata inosservata. Nel corso degli anni, Argentieri ha ricevuto numerosi riconoscimenti, a partire dal premio nazionale “Solidus” nel 2016 come miglior direttore d’albergo dell’anno. Un premio assegnato dai rappresentanti delle principali associazioni del settore alberghiero e che testimonia non solo l’eccellenza gestionale, ma anche la capacità di fare squadra, innovare e guidare con autorevolezza.
Nel 2021 è stato insignito del titolo di “Imprenditore visionario dell’anno” dai Reader Awards di Food and Travel Italia, per il suo contributo alla valorizzazione del turismo esperienziale in Puglia. Un turismo che esce dai canoni tradizionali, si radica nella cultura locale e guarda ad un futuro sostenibile, dove l’ospitalità diventa leva di sviluppo territoriale.
Nel 2024, ha ricevuto il prestigioso Destination Marketing Award, un riconoscimento che premia chi si distingue nel promuovere destinazioni attraverso strategie efficaci, inclusive e capaci di generare valore. Un premio che sottolinea il ruolo di Argentieri come ambasciatore del turismo pugliese, capace di coniugare visione imprenditoriale e responsabilità sociale.
Una voce autorevole nel dibattito sul futuro del turismo
Argentieri non è solo un imprenditore, ma anche una figura di riferimento nel dibattito sul futuro dell’industria turistica. Da anni si batte contro l’abusivismo nel settore ricettivo e per la creazione di un ecosistema turistico regolato, professionale e competitivo. Durante la pandemia, si è distinto per il sostegno concreto agli operatori locali, promuovendo azioni coordinate e strategie comuni per affrontare una delle crisi più gravi del settore.
Alla guida di Federalberghi Brindisi ha portato avanti progetti di marketing territoriale, sostenendo l’idea che il turismo non sia solo “accoglienza”, ma anche racconto, identità, cultura. In quest’ottica, ha sostenuto e contribuito alla realizzazione delle Grandi Mostre a Mesagne, eventi culturali che attirano visitatori da tutta Italia e che rappresentano un modello virtuoso di sinergia tra pubblico, privato e associazioni.
Ospitalità come visione e cultura
La forza di Pierangelo Argentieri sta in una visione che va oltre la mera gestione alberghiera. Per lui, l’ospitalità è cultura, è racconto del territorio, è rispetto per il patrimonio, è sostenibilità. Una filosofia che si traduce in esperienze concrete per l’ospite, ma anche in benefici per le comunità locali.
In un settore dove troppo spesso si rincorre il “tutto subito”, Argentieri rappresenta la lungimiranza: la capacità di guardare avanti senza dimenticare il contesto, di puntare sull’eccellenza senza perdere umanità, di innovare senza perdere autenticità.
Pierangelo Argentieri è oggi un punto di riferimento non solo per il turismo pugliese, ma per l’intero comparto nazionale. Con la sua esperienza, il suo impegno e la sua visione, incarna l’idea di un turismo che può essere motore di crescita, cultura e bellezza. In un momento storico in cui ripensare il nostro modo di viaggiare è diventato una necessità, figure come la sua sono un esempio concreto di come si possa fare impresa in modo etico, intelligente e sostenibile.
Pierangelo Argentieri: “La cultura è una destinazione. E Mesagne oggi lo dimostra”
In un momento in cui il turismo culturale si conferma tra i principali motori di attrazione per i visitatori in Puglia, Mesagne si distingue per una proposta solida, elegante e profondamente radicata nella storia e nell’identità del territorio. Il cuore pulsante di questa proposta è il Castello che anche quest’estate ospita una mostra di grande rilievo, capace di coniugare qualità scientifica e forte impatto sul pubblico.
Per comprendere meglio il significato di questo evento e il valore che può avere per la città e per l’intera provincia di Brindisi, abbiamo deciso di contattare – oggi – Pierangelo Argentieri, imprenditore turistico, presidente di Federalberghi Brindisi e voce autorevole nella promozione culturale del territorio.
Argentieri è da anni tra i principali sostenitori del modello Mesagne: una strategia che mette la cultura al centro, non come semplice contenitore, ma come leva per costruire una destinazione vera e attrattiva.
Le Grandi Mostre, in particolare, rappresentano il risultato concreto di questa visione, capaci di richiamare migliaia di visitatori ogni anno e di consolidare l’immagine di Mesagne come città dell’arte, dell’ospitalità e dell’identità mediterranea.
Con lui parleremo non solo della mostra in corso, ma anche del rapporto tra cultura e turismo, dell’evoluzione del settore ricettivo in Puglia e del ruolo che una città come Mesagne può e deve giocare in un panorama sempre più competitivo.
L’intervista
Presidente Argentieri, tutto ha avuto inizio nel 2018 con la rete Micexperience e il progetto Puglia Walking Art. Come valuta oggi quel primo passo?
È stato l’inizio di un percorso coraggioso e visionario. Nel 2018, con la nascita del protocollo Puglia Walking Art, abbiamo scommesso su un modello di promozione culturale che mettesse insieme pubblico e privato, cultura e turismo. La mostra su Picasso è stata il banco di prova: tre sedi espositive, il coinvolgimento delle comunità locali e 35.000 visitatori in sette mesi. Un risultato che ha dimostrato quanto il territorio fosse pronto ad accogliere cultura di qualità. Da lì è partito un percorso che non si è più fermato.
Dopo Picasso, sono seguiti nomi come Warhol, Modigliani, Shepard Fairey e Caravaggio. Che cosa ha reso queste mostre così partecipate e radicate nel territorio?
La forza di queste iniziative è stata la capacità di parlare a pubblici diversi: appassionati, scuole, turisti, famiglie. Non sono state semplici esposizioni, ma eventi pensati per generare valore culturale, economico e sociale. Abbiamo sempre lavorato affinché ogni mostra fosse un’esperienza condivisa, con una comunicazione moderna, partnership mediatiche nazionali e una forte sinergia con le istituzioni. E soprattutto, coinvolgendo attivamente le comunità ospitanti. È questo che ha reso il progetto credibile e duraturo.
La mostra “G7 – Sette secoli d’arte italiana” ha celebrato, in chiave culturale, un importante evento internazionale. Che significato ha avuto per Mesagne ospitarla?
È stato un onore e una responsabilità. In concomitanza con il vertice del G7 in Italia, abbiamo voluto proporre una narrazione artistica che attraversasse sette secoli di storia dell’arte italiana, dal Trecento al Novecento. Mesagne è stata scelta come sede principale di questa iniziativa, ed è un chiaro segnale della fiducia guadagnata negli anni. Con oltre 18.000 visitatori, “G7 – Sette secoli d’arte italiana” ha confermato che la cultura può dialogare con la diplomazia internazionale e generare impatto anche in centri di medie dimensioni, come il nostro.
Le Grandi Mostre hanno posto Mesagne al centro di una rete culturale regionale e nazionale. Quanto ha inciso questa progettualità nella percezione turistica del territorio?
In modo decisivo. Le Grandi Mostre hanno permesso di riposizionare Mesagne come destinazione culturale stabile, non episodica. Non siamo più solo una tappa tra mare e città d’arte, ma una meta con una proposta autonoma e identitaria. I numeri parlano chiaro: nel 2023, con Caravaggio, abbiamo superato i 30.000 visitatori; con il festival CULTURARE abbiamo raggiunto le 50.000 presenze. Ma al di là dei numeri, ciò che conta è la narrazione che si è costruita: Mesagne oggi è un luogo dove l’arte è vissuta, non solo esposta.
Guardando al futuro, quale direzione dovrebbe prendere questo modello di “cultura diffusa” che si è consolidato a Mesagne?
Dobbiamo consolidare e internazionalizzare. La cultura diffusa ha dimostrato di funzionare, ma oggi serve rafforzare la rete tra istituzioni, imprese, curatori e territori. Occorre attrarre nuovi artisti, nuove collaborazioni scientifiche e continuare a offrire qualità. E poi bisogna raccontarlo, all’Italia e al mondo. La Puglia ha tutte le carte in regola per diventare un hub culturale del Mediterraneo. Mesagne, grazie a questo modello, è già un esempio di come si possa crescere culturalmente ed economicamente, senza snaturare la propria identità.
L’Impressionismo conquista Mesagne
Presidente Argentieri, a partire dal 27 giugno 2025 Mesagne ospita una nuova grande mostra. Ci racconta cosa rappresenta questo appuntamento per la città e per la Puglia?
La mostra “Gli anni dell’Impressionismo” è un nuovo, importantissimo tassello di un percorso culturale che Mesagne porta avanti con coerenza e visione. Avere nella nostra città opere di alcuni dei massimi esponenti dell’Impressionismo significa proiettare Mesagne in un contesto internazionale, offrendo al pubblico un’esperienza unica in una cornice storica altrettanto straordinaria. Ma non si tratta solo di prestigio: è un’iniziativa che arricchisce il tessuto culturale e rafforza la nostra identità di destinazione culturale stabile.
Cosa rende questa mostra diversa rispetto alle precedenti Grandi Mostre ospitate al Castello in precedenza?
Ogni mostra ha avuto una propria anima, ma questa si distingue per l’approccio tematico. Con la curatela della professoressa Isabella Valente, offriamo non solo una panoramica sull’Impressionismo come movimento artistico, ma anche una riflessione sul concetto di libertà espressiva, di rottura con le regole e con la visione accademica del mondo. È una mostra che parla non solo agli occhi, ma anche alla mente. Inoltre, l’allestimento nelle sale nobili del Castello restituisce una dimensione emozionale che pochi luoghi possono offrire.
Impressionismo significa libertà di linguaggio e nuove forme di percezione. In che modo questa mostra dialoga con il nostro tempo?
È proprio questo l’aspetto più affascinante. Gli Impressionisti sono stati rivoluzionari, hanno avuto il coraggio di cambiare il modo di vedere e rappresentare la realtà. Oggi viviamo una fase storica in cui anche la cultura ha bisogno di essere riletta, vissuta e condivisa in forme nuove. Questa mostra, grazie al suo linguaggio visivo potente e immediato, ci invita a riflettere sulla libertà dell’artista, sulla soggettività dello sguardo e sul valore della diversità. È una mostra profondamente attuale.
Quanto è importante, oggi, realizzare eventi culturali che siano anche esperienze accessibili, inclusive e capaci di coinvolgere un pubblico ampio?
È fondamentale. L’arte non può e non deve essere elitaria. Ogni mostra che organizziamo è pensata per essere un’esperienza completa, non solo estetica, ma anche educativa, emozionale e partecipativa. Offriamo percorsi accessibili, attività didattiche per le scuole, visite guidate inclusive, esperienze interattive. La mostra sull’Impressionismo non fa eccezione: sarà un evento pensato per tutti, in grado di raggiungere bambini, adulti, appassionati e semplici curiosi.
Come si inserisce questa mostra nel percorso avviato con Puglia Walking Art e la rete Micexperience?
È il naturale proseguimento di un progetto nato nel 2018 e che oggi rappresenta una delle esperienze più riuscite di collaborazione tra pubblico e privato. La rete Micexperience, con il Comune di Mesagne, la Regione Puglia e diversi partner mecenati, ha costruito un modello sostenibile, replicabile e di qualità. Mostre come questa sono il frutto di un lavoro di squadra, che mette al centro il territorio e costruisce valore nel tempo. E oggi possiamo dire con orgoglio che Mesagne è un laboratorio culturale riconosciuto a livello nazionale.
Quali sono le sue aspettative, sia in termini culturali che turistici, per questa nuova esposizione?
Dal punto di vista culturale, mi aspetto che i visitatori possano vivere un’esperienza intensa, emozionante e formativa. La qualità scientifica della curatela e la bellezza del percorso espositivo ci consentiranno di offrire un evento di altissimo livello. Dal punto di vista turistico, ci auguriamo di consolidare ulteriormente i numeri raggiunti nelle edizioni precedenti e di attrarre visitatori da tutta Italia e dall’estero. Ma soprattutto, vogliamo lasciare un segno: far capire che la cultura, quando è progettata con passione e competenza, è uno dei motori più forti per lo sviluppo di un territorio.
Presidente Argentieri, La ringrazio per il tempo che ci ha dedicato e per aver condiviso con noi riflessioni così profonde sul valore della cultura come strumento di crescita e identità territoriale.
Grazie a voi per l’attenzione e per contribuire a diffondere il significato di iniziative come questa. La cultura ha bisogno di essere raccontata, vissuta e condivisa. E solo così può diventare patrimonio di tutti.
Le auguriamo il meglio per questa nuova importante mostra e per i progetti futuri. Alla prossima.
Grazie, con piacere. A presto.
In un tempo in cui tutto sembra correre veloce, e in cui l’attenzione tende a disperdersi, iniziative come questa ci ricordano il valore della bellezza che resiste, del pensiero che osserva, dell’arte che interroga. A Mesagne, tra le mura antiche del Castello Normanno-Svevo, la cultura non è più solo una promessa, ma una presenza concreta, viva, accessibile.
Grazie alla visione di chi ha creduto che anche un piccolo centro del Sud potesse ospitare mostre di respiro internazionale, oggi l’Impressionismo – con i suoi colori puri, le sue luci vibranti, la sua libertà – incontra i volti di una comunità e il passo lento di migliaia di visitatori.
Non è solo un evento: è un messaggio. Un invito a rallentare, a osservare, a sentire. A ricordarci che l’arte, come la vita, trova senso quando viene condivisa. E in questo, Mesagne ha molto da insegnare.
Un sincero grazie al Presidente Argentieri che con sguardo lungimirante ha donato respiro alla Puglia, trasformando antiche mura in scrigni di luce. Portando qui, in terre di mare e vento, mostre stupende, vive come sogni, all’altezza dei musei delle grandi città europee. Ha saputo tessere ponti invisibili
tra passato e futuro, arte e comunità, facendo vibrare l’anima di un territorio, che ora risplende di bellezza autentica. Per questo, con gratitudine profonda dedichiamo a lui questo omaggio
ad un Maestro di grande cuore, custode e portatore di un’arte che libera e unisce, e di una cultura che sa farci evolvere.