NUOVO COLPO DI SCENA

Villa Pamphili, l'uomo arrestato si chiama Charles Francis Kaufmann

Ha ottenuto la nuova identità nel 2009. Sarà ora la Grecia a decidere sulla sua estradizione

Villa Pamphili, l'uomo arrestato si chiama Charles Francis Kaufmann
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Un documento del tutto valido, rilasciato nel 2019, ma con nome falso. Un passaporto con cui Francis Kaufmann, questo il vero nome dell'uomo che ha ucciso una bimba di pochi mesi a Roma, ha girato indisturbato per anni. Malta, Russia, Italia e Grecia le sue ultime mete. Il giallo di Villa Pamphili si arricchisce di un nuovo tassello: l'uomo fermato in Grecia, sull'isola di Skiathos, non è Rexal Ford. Il lavoro della Procura, in collaborazione con l'Fbi, ha portato ad una nuova svolta nella vicenda: il 46enne aveva un documento rilasciato dalle autorità americane sei anni fa con un nominativo falso, un alias. Un elemento che apre ulteriori scenari in una storia i cui contorni faticano ad essere definiti. La donna trovata morta a 200 metri dalla figlia resta senza ancora nome. "Ha detto di chiamarsi Stella Ford", hanno riferito alcuni testimoni. Una identità su cui però non ci sono conferme. Per gli inquirenti la provenienza va racchiusa tra la Russia, dove i due avrebbero soggiornato, e l'Ucraina.
Per un testimone, Oskar 'El Mariachi', musicista messicano che l'ha conosciuta a Malta, lei era un "genio dell'informatica, una sorta di hacker. Un Robin Hood della rete. Nemmeno Rexal sapeva bene cosa facesse". Cosa facevano, quindi, per vivere i due? Possono essere esclusi eventuali legami con apparati di sicurezza? Lui si presentava come regista e produttore cinematografico. Il 7 maggio Kaufmann - accompagnato dalla donna e dalla bimba - si è recato in uno studio romano di produzione per un progetto "internazionale" con un budget da tre milioni di euro. Ad avvalorare la candidatura anche una mail dal Regno Unito da parte di producer britannici.
Il 5 giugno, due giorni prima del ritrovamento dei corpi, il californiano ha inviato un vocale a un amico italiano: "Mia moglie mi ha lasciato. È tornata con il suo ex, lui è ricco. Mi ha lasciato con la bambina perché non era più interessata a fare la madre. Ora sto cercando un luogo dove stare a Roma". Nello stesso audio, l'uomo accenna a un progetto cinematografico in cui sarebbe stato coinvolto perfino Dhani Harrison, figlio del leggendario George dei Beatles. Amicizie tutte da dimostrare, in un racconto fatto con tono distaccato e voce quasi meccanica. Parole registrate quando la donna era già morta.
Un corpo, al momento, non reclamato da nessuno ma la cui identità potrebbe essere svelata nelle prossime ore risalendo ad un elemento determinante: due anni fa, a metà 2023, Ford arriva a Malta e conosce la donna. La bambina nasce nel 2024, probabilmente in un'ospedale dell'isola. Per questo sono in corso verifiche per capire quale sia il nominativo della madre della piccola, forse contenuto nei registri sanitari. È da lì che la coppia, con la bimba, sarebbe poi partita per andare Russia, possibile Paese di origine della donna. A Malta Ford-Kaufmann avrebbe ottenuto anche una carta d'identità locale e avrebbe vissuto insieme alla compagna in un paesino del sud dell'isola.
Infine il drammatico epilogo in Italia, con il cadavere della neonata ritrovato il 7 giugno scorso. Sul corpo, lasciato in prossimità di una siepe, segni di violenza, di strangolamento. Nei confronti dell'indagato i pm di piazzale Clodio, coordinati dall'aggiunto Giuseppe Cascini, contestano nel capo di imputazione del mandato d'arresto europeo (Mae) l'omicidio volontario aggravato dalla minore età della vittima e l'occultamento di cadavere. Il ministero della Giustizia ha ricevuto dagli inquirenti anche l'ordine europeo di indagine (Oei) ed ha provveduto ad inoltrarlo alle autorità greche, affinché venga formalizzata la richiesta di estradizione in Italia. Grazie all'ordine europeo di indagine è possibile ottenere elementi determinanti come l'acquisizione del dna dell'accusato ma anche la carta di credito e i due telefoni cellulari che aveva con sé al momento dell'arresto. Se con il test del Dna verrà accertato il legame di parentela con la bimba, l'impianto accusatorio potrebbe aggravarsi ulteriormente per l'indagato.