Il quadro investigativo si fa più chiaro dopo l’interrogatorio di Kevin Pellecchia, uno dei tre ultrà reatini detenuti con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Il 20enne ha fornito una “ricostruzione totale degli eventi” della tragica sera del 19 ottobre.
Secondo quanto riferito dal legale, Pellecchia ha confermato la propria responsabilità nell’essere tra gli autori del lancio di sassi contro il bus. E, punto cruciale, “di non poter affatto escludere che la pietra che ha colpito il vetro davanti al povero Marianella fosse proprio la sua”. Una dichiarazione che di fatto rafforza il contenuto delle precedenti intercettazioni. Pellecchia ha ribadito che l’azione non aveva alcuna finalità di fare del male fisico, ma era un gesto compiuto con l’intento di danneggiare l’autobus degli avversari. Una versione che, nelle intenzioni della difesa, mira a ridimensionare l’accusa di omicidio volontario. Il giovane ha poi aggiunto che all’agguato hanno partecipato molte più persone rispetto ai tre finora fermati: lui, Manuel Fortuna e Alessandro Barberini.