LA SENTENZA NEL DICEMBRE SCORSO

Ricucci, le motivazioni della condanna per corruzione

Tra gli imprenditori Stefano Rucucci e Liberato Lo Conte e l'ex consigliere di Stato Nicola Russo ci fu un "patto illecito"

Ricucci, le motivazioni della condanna per corruzione
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Tra gli imprenditori Stefano Rucucci e Liberato Lo Conte e l'ex consigliere di Stato Nicola Russo ci fu un "patto illecito" messo in atto per "distorcere una pronuncia avente natura giurisdizionale, quale deve considerarsi il pronunciamento della Commissione Tributaria di cui faceva parte Russo". E' quanto scrivono i giudici della seconda sezione collegiale del tribunale di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui hanno condannato a 6 anni Ricucci, Russo e Lo Conte nei dicembre scorso.

L'inchiesta

Un procedimento per vicende che risalgono al 2014 su presunte utilità in cambio di una sentenza d'appello favorevole per una società riconducibile a Ricucci nella causa che la società aveva perso in primo grado contro l'Agenzia delle Entrate. Un contenzioso che riguardava un credito Iva di 8,8 milioni. Per il tribunale siamo di fronte a fatti "particolarmente gravi e di peculiare offensività". Nelle motivazioni si afferma che "la vicenda ha mostrato l'estrema scaltrezza dei tre imputati e la peculiare capacità nel portare a termine l'illecito, con efficace programmazione ed organizzazione nell'attività criminosa che si è dispiegata per un lungo lasso temporale, coinvolgendo più soggetti". I giudici aggiungono che "la condotta criminosa è proseguita anche in costanza di processo, avvicinando ed addomesticando i testimoni sulle cui dichiarazioni la pubblica accusa aveva fatto affidamento per corroborare quanto già nettamente emergeva dalle chat, dalla messaggistica e dalla documentazione acquisita in sede di indagini e versata in atti".