Padre dall'Oglio, verifiche sul corpo ritrovato a Raqqa
La Procura di Roma ha affidato le verifiche ai carabinieri del Ros

A dodici anni dalla sua scomparsa, potrebbe esserci una svolta nel caso di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano rapito il 29 luglio 2013 in Siria. La Procura di Roma ha affidato ai carabinieri del Ros – il reparto antiterrorismo – il compito di verificare se il corpo ritrovato nei pressi di Raqqa, in una fossa comune, appartenga proprio al religioso italiano.
Il corpo
Il corpo, rinvenuto in abiti religiosi, è stato scoperto in un’area dove in passato si erano già concentrate le ricerche Raqqa, nel nord della Siria, una delle roccaforti dell’ISIS all’epoca del rapimento. Tuttavia, da fonti investigative trapela massima prudenza, non è la prima volta che emergono segnalazioni simili, poi smentite dagli esami del DNA.
Nel 2023, il gip di Roma aveva archiviato l’indagine sulla sua scomparsa, su richiesta della Procura, ritenendo probabile la sua uccisione avvenuta proprio nei giorni successivi al sequestro. Ma ora, il ritrovamento di questo cadavere potrebbe riaprire scenari mai del tutto chiusi.
C'è attesa per le verifiche
Gli investigatori italiani attendono ora l’esito delle verifiche sul corpo ritrovato. Se confermata, si tratterebbe della tragica conclusione di una delle vicende più complesse e dolorose degli ultimi anni. Nel frattempo, resta forte la richiesta di verità e giustizia da parte della famiglia e di tutta la comunità che continua a ricordare padre Dall’Oglio come un simbolo di dialogo e pace.