Omicidio di Fregene, Giada Crescenzi resta in carcere
La donna, comparsa davanti al GIP per l'interrogatorio di convalida, si è avvalsa della facoltà di non rispondere

Resta in carcere Giada Crescenzi, la donna di 30 anni fermata per l'omicidio di Stefania Camboni a Fregene la notte tra giovedì e venerdì scorso. La donna è comparsa davanti al gip per l'interrogatorio di convalida, e si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il giudice di Civitavecchia non ha convalidato il fermo ma contestualmente emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nei suoi confronti il pm contesta il reato di omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità.
L'avvocato Anna Maria Anselmi, difensore della donna, ribadisce la sua estraneità ai fatti. "È molto provata, e ricordiamo che non ha segni di colluttazione. L'arma e il telefono della vittima non sono stati ancora trovati. Attendiamo di leggere l'ordinanza per valutare se fare o meno ricorso al Riesame", ha dichiarato il legale.
La reazione della famiglia di Stefania Camboni
La "decisione dell'indagata di non rispondere all'interrogatorio di garanzia, che è comunque un suo diritto difensivo, riteniamo però aggravi la sua posizione e confermi tutto il quadro indiziario che il pubblico ministero ha già delineato in modo chiaro". Lo afferma il legale della famiglia di Stefania Camboni, la donna uccisa a Fregene, l'avvocato Massimiliano Gabrielli. "Da parte nostra abbiamo ricostruito la vicenda in modo ancor più dettagliato e stiamo contribuendo anche alla ricerca di numerosi altri elementi di prove a carico di questa indagata", conclude Gabrielli.