Il suo cuore ha smesso di battere poco dopo il parto. Si indaga sulla morte di una neonata, venuta alla luce venerdì pomeriggio in una casa maternità nel quartiere Testaccio a Roma. Gli investigatori hanno acquisito la documentazione e, su disposizione del pm, è stata posta sotto sequestro la struttura che si trova in via Marmorata. Indagate le due ostetriche presenti al momento del parto, una di loro è anche la titolare della struttura. I primi punti fermi arriveranno dall’autopsia che verrà effettuata probabilmente martedì e stabilirà con certezza le cause del decesso. L’allarme è scattato venerdì pomeriggio pochi minuti prima delle 15. La neonata era in arresto cardiocircolatorio e le ostetriche hanno tentato invano di rianimarla. All’arrivo del personale del 118 per la bimba non c’era più nulla da fare. La mamma, alla sua prima gravidanza, è stata trasportata in ospedale per un malore e in stato di shock. C’era anche il papà, un attore di teatro, quando si è consumata la tragedia.
Le indagini puntano a fare piena luce su quello che è accaduto e a stabilire eventuali responsabilità. Da chiarire, in particolare, se la casa maternità abbia rispettato le linee guida previste per queste strutture, come per i parti a domicilio. In particolare nel Lazio oltre alle norme igienico sanitarie del luogo (che può essere privato o della Asl) la casa di maternità si deve trovare al massimo a 30 minuti da una struttura ospedaliera. Vengono anche definiti i parametri, dai controlli prima del parto, al travaglio e parto con tutta una serie di accorgimenti da rispettare.
Sul sito si legge che l’Associazione il Nido è nata nel 1989 “per opera di un gruppo di ostetriche professioniste con lo scopo di accompagnare madri e bambini nell’evento della nascita, operando sul territorio anche attraverso la partecipazione e la promozione di attività e di iniziative”. Nella casa maternità, oltre ai parti, c’è un programma incentrato sulla genitorialità con attività che spaziano dallo yoga per le gestanti, a una “esperienza speciale di coppia” sull’hypnobirthing, fino corsi per l’allattamento e lo ‘spannolinamento’. Diverse le testimonianze a favore del parto in casa o in cui si condividono gesti simbolici come il piantare la placenta del nuovo nato in giardino. In uno dei tanti post si racconta la giornata del piccolo Marco, “fuggito con i suoi genitori dall’ospedale, rifugiandosi al Nido” dove sono stati “accolti e seguiti nell’avvio dell’allattamento al seno”.
E all’interno della casa maternità ora c’è poca voglia di parlare. “Nel rispetto della famiglia c’è silenzio – dice il legale dell’ostetrica titolare della struttura -. L’iscrizione nel registro degli indagati era un atto dovuto a tutela delle persone sottoposte a indagini”.