Il report

Morti sul lavoro, Lazio in zona bianca

Stando al rapporto dell'Osservatorio Vega di Mestre degli ultimi quattro anni

Morti sul lavoro, Lazio in zona bianca

 

È una tragedia silenziosa e quotidiana, che si consuma lontano dai riflettori, tra cantieri, capannoni e strade. L’Italia del lavoro continua a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane. Stando all’ultimo durissimo report dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega di Mestre la realtà è allarmante: le morti sul lavoro sono aumentate dell’8,4% negli ultimi quattro anni.

I numeri

Dal 2022 al 2025, le vittime in Italia sono passate da 463 a 502 solo nei primi sei mesi dell’anno. Dietro questi numeri, storie di famiglie spezzate, sogni interrotti, e un Paese che ancora fatica a garantire sicurezza a chi ogni giorno varca i cancelli del proprio posto di lavoro. Il report dell’Osservatorio Vega disegna una mappa a tinte forti: zone rosse dove il rischio di morire lavorando è altissimo, zone bianche dove la sicurezza, almeno statisticamente, sembra tenere. Al vertice negativo della classifica: Trentino-Alto Adige, Basilicata, Umbria, Sicilia, Abruzzo e Campania.

Lazio in zona bianca

Il Lazio invece si posiziona in zona bianca, qui nel primo semestre del 2025, le morti bianche sono scese del 7,9 ogni milione di occupati. Un dato ben al di sotto della media nazionale di 15,1, e il migliore dell’intero quadriennio, dopo anni in zona gialla o arancione. Nel  2022 infatti il tasso era del 12,9, nel  2023 del 13,9 e lo scorso anno del  16,1. Un crollo netto del tasso di mortalità. Ma attenzione: dietro i numeri, non c’è spazio per trionfalismi.

A Frosinone le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli nei quartieri più fragili, non solo per reati, ma anche per monitorare ambienti ad alto rischio lavorativo.  Latina è un territorio dove l’agricoltura e la logistica restano settori con alti tassi di infortunio. A Roma, invece, la vastità del tessuto produttivo e i cantieri metropolitani impongono un’attenzione costante.

La discesa dei numeri nel Lazio non deve far abbassare la guardia. I lavoratori più a rischio restano gli over 65, gli stranieri, e i giovani tra i 15 e i 24 anni. Sono loro che, ogni giorno, salgono sui ponteggi, accendono macchinari, guidano mezzi. Sono loro i più esposti. Ogni vita salvata è un successo. Ma ogni infortunio nascosto, ogni regola ignorata, ogni sorveglianza assente è una tragedia che può ancora accadere. Sicurezza non è statistica. È cultura. È responsabilità. È memoria.