L'incendio all'Università della Tuscia, paura e danni ingenti
La Procura ha aperto un'inchiesta. La causa sarebbe da far risalir ai lavori di coibentazione in corso sul tetto dell'Ateneo

Un'alta colonna di fumo ha oscurato il cielo mentre le fiamme avvolgevano il tetto della facoltà di Agronomia dell'Università della Tuscia. Momenti di terrore a Viterbo, con studenti e insegnanti in fuga dalla struttura colpita dalle fiamme che, per fortuna, non hanno fatto alcuna vittima. Anche l'unica persona data per dispersa, l'operaio che al momento del rogo era al lavoro sul tetto, in realtà era riuscita a mettersi in salvo e a dare l'allarme.
Alla fine solo alcuni intossicati e tanta paura, mentre la Procura ha aperto un'inchiesta per chiarire cosa sia accaduto. La causa, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe da far risalire proprio ai lavori di coibentazione in corso sul tetto dell'Ateneo. Solidarietà è arrivata anche da parte del governo, con la ministra Anna Maria Bernini che ha assicurato il proprio sostegno all'università che ora deve fare i conti con i pesanti danni soprattutto alle strutture di ricerca.
La ricostruzione dei fatti
Sono da poco passate le dieci di mattina quando dal tetto dell'università si sprigionano le prime fiamme. Il fuoco raggiunge in breve tempo anche il piano sottostante, con il fumo che invade l'interno della struttura. "A quel punto siamo usciti più in fretta che potevamo", ha raccontato una studentessa. "Eravamo quattro in classe - ha spiegato -, quando ci hanno detto di uscire c'è stato un po' di panico generale". Con lei, all'uscita, c'è anche un docente che, al momento dell'incendio, si trovava lontano dall'università. "Sono venuto per controllare di persona cosa stesse succedendo - ha detto ai giornalisti -. Ci sono molti laboratori e tantissimi macchinari che servono per gli studenti e i tesisti. Avevamo approfittato dei fondi del Pnrr per comprarne di nuovi ma ora saranno andati distrutti".
Le parole del Comandante dei Vigili del Fuoco
Secondo quanto ricostruito dal comandante provinciale dei vigili del fuoco, Mauro Caprarelli, "l'incendio è partito dalla copertura è si è propagato attraverso il crollo di un cavedio di luce interno ai piani sottostanti". "Quasi sicuramente l'incendio è partito dalla copertura - ha evidenziato -. C'era una ditta esterna che stava lavorando". A complicare le attività di spegnimento delle fiamme è stato anche il materiale altamente combustibile interessato dal rogo. "C'erano guaine sulla copertura - ha spiegato Caprarelli - ma anche all'interno c'era materiale particolarmente combustibile come carta e plastiche presenti nei laboratori. Questo ha consentito all'incendio di propagarsi facilmente".
L'ordinanza
L'area attorno all'Ateneo è rimasta off-limits per l'intera giornata, con l'emanazione di un ordine di evacuazione in un raggio di 500 metri. L'amministrazione comunale ha invitato i cittadini a restare a casa e chiudere le finestre, vietando contemporaneamente agli esercizi pubblici e alle attività commerciali la raccolta di grano e cereali. La fuliggine, infatti, potrebbe aver causato danni anche alle colture, tanto da allarmare ovviamente le associazioni di categoria. Coldiretti ha espresso "preoccupazione" invitando le autorità ad avviare rapidamente tutti i controlli. Solidarietà e vicinanza anche dalla Cia e dall'associazione italiana coltivatori, ma anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto che ha inviato sul posto alcune unità dell'Esercito per sostenere il lavoro dei Vigili del fuoco.