Ricorre oggi il 47° anniversario della strage di Via Fani, in ricordo del rapimento del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro e dell'uccisione di cinque agenti della scorta. Questa mattina la cerimonia a cui hanno partecipato anche il Capo della Polizia Pisani, il Prefetto Giannini ed il Questore Massucci. Sul luogo dell’eccidio sono state deposte diverse corone d’alloro per poi riunirsi in un momento di raccoglimento.
Il Presidente del Senato Ignazio La Russa
"Fu un attacco diretto delle Brigate Rosse allo Stato e ai valori democratici. Una ferita profonda che scosse l’Italia ma dalla quale sapemmo reagire con forza e unità a difesa dei valori democratici. Rinnovare oggi il ricordo di quell’attentato significa onorare la memoria di uomini coraggiosi ma anche riaffermare il valore della libertà che sconfisse terrorismo e paura".
Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana
"Il ricordo del rapimento di Aldo Moro e dell'omicidio di cinque agenti della sua scorta è una ferita ancora aperta nella storia del nostro Paese. Coltivare la memoria di quel tragico giorno significa rendere omaggio alle loro vite, al loro coraggio e al loro impegno e riaffermare i valori della democrazia".
Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
"Quell’attacco criminale non fu solo un colpo allo Stato, ma un’offensiva contro i valori più profondi della democrazia e della convivenza civile. La memoria di questi fatti è un monito e un’eredità preziosa che ci sprona, oggi più che mai, a rafforzare il nostro impegno nella difesa di quei valori e per la protezione della sicurezza di tutti i cittadini".
Il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca
«In pochi minuti, quella mattina del 16 marzo 1978, cambiò il corso della storia politica del Paese. Un giorno crudele e drammatico, come anche gli altri 55 che videro il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, ostaggio e poi vittima delle Brigate Rosse. Ricordarne il rapimento e l'assassinio degli uomini della scorta, è un prezioso esercizio di memoria affinché anni duri e pesanti come il piombo non tornino mai più».