In Aula Paolo VI, la Giornata mondiale dei Poveri si è celebrata in un clima di grande familiarità, gioia e unità. Sono stati 1300 gli ospiti di ogni provenienza che hanno potuto gustare il pranzo offerto dalla famiglia dei Vincenziani, alleggerendo il carico di preoccupazioni che si accompagna a vicende dolorose fatte per lo più di di abbandoni, malattie, disoccupazione.
Il pensiero del Pontefice, nell’atto di benedire la mensa in Aula, è anche per le “tante persone che soffrono a causa della violenza e della guerra, della fame”. Anche qui Leone invoca lo spirito di fraternità che sembra proprio vivificarli questi corpi infiacchiti, disorientati, timidi, border line. Ce ne sono altri euforici, molto euforici, altri ancora diffidenti. Girare tra i tavoli rotondi imbanditi dai Vincenziani – che offrono il pranzo ai 1300 ospiti di questa domenica e che nell’atrio hanno preparato per ciascuno di loro un kit per la cura personale contenente anche un piccolo panettone augurale – ha una densità forte. Dal quartiere romano di Primavalle alla Nigeria, dall’Ucraina alla periferia laziale, da Cuba a Barcellona.