Colpo da 100mila euro in via dei Coronari: indagini sulla banda della fiamma ossidrica

Porta blindata forzata, cassaforte sventrata e nessuna impronta: per la polizia hanno agito professionisti.

Colpo da 100mila euro in via dei Coronari: indagini sulla banda della fiamma ossidrica
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Una cassaforte forzata con la fiamma ossidrica, un bottino in gioielli da oltre 100mila euro, nessuna impronta lasciata sulla scena del crimine. A indagare sull'ennesimo furto di alta scuola è la polizia del Distretto Trevi, che sospetta l'azione di una banda specializzata, capace di colpire con precisione chirurgica nel cuore del centro storico, in via dei Coronari, a due passi da piazza Navona. L’allarme è scattato giovedì intorno alle ore 14, quando una coppia di sessantenni, rientrando nel proprio appartamento al terzo piano di uno stabile elegante, ha trovato la casa a soqquadro. La cassaforte, ben nascosta nel salotto, era stata aperta con tecnica da professionisti: all’interno, erano custoditi gioielli in oro e argento, completamente spariti.

🔎 L’indagine

Gli investigatori ipotizzano che il furto sia avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, quando il palazzo era più silenzioso. I ladri sono entrati forzando la porta blindata, senza segni evidenti di scasso visibili dall’esterno. Una manovra che, secondo gli agenti, richiede competenze tecniche e attrezzi particolari. La cassaforte è stata aperta utilizzando una fiamma ossidrica alimentata con acetilene e ossigeno: sul posto è stato rinvenuto anche un secchio d’acqua usato per raffreddare il cannello, segno che l’operazione è stata condotta in modo diluito per non attirare l’attenzione.

Nessuna impronta, nessun segno lasciato: la scientifica, intervenuta per i rilievi, ha usato reagenti e inchiostri speciali senza esito. È questa la prova, dicono gli investigatori, che si tratti di criminali esperti, probabilmente italiani, e non al primo colpo.  Ora l’attenzione si concentra sulle telecamere di sicurezza presenti lungo via dei Coronari, dove numerosi negozi, soprattutto d'antiquariato, sono dotati di sistemi di videosorveglianza. Le immagini potrebbero offrire un dettaglio decisivo: volti, targhe, movimenti sospetti. Gli inquirenti non escludono la presenza di una “talpa”, qualcuno che conosceva l’esistenza del tesoro nascosto o che, anche involontariamente, potrebbe averlo rivelato.

Un colpo fotocopia

Gli agenti stanno anche collegando il furto a un altro episodio simile avvenuto 15 giorni fa in zona Grotta Perfetta, dove un commerciante ha subito un colpo analogo: cassaforte aperta con la fiamma ossidrica, bottino da 150mila euro. Anche lì, porta blindata violata e nessuna traccia utile. Gli investigatori ipotizzano che si tratti della stessa banda. Infine, si batte anche la pista dei ricettatori, in Italia e all’estero, dove i gioielli rubati potrebbero già essere finiti.

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