Un weekend di fuoco nel segno dello slogan “Blocchiamo tutto”. Con lo sciopero generale di venerdì ed il corteo nazionale per Gaza di Roma sabato pomeriggio. Appuntamenti che sono stati preceduti dalle mobilitazioni in tutta Italia, con università occupate, lezioni interrotte e proteste degli studenti – in un liceo romano ci sono state anche tensioni tra ragazzi proPal e membri della comunità ebraica – linee ferroviarie bloccate, scontri nelle stazioni e devastazioni, come quelle nelle Officine grandi riparazioni di Torino, dove domani sono attesi Ursula von der Leyen e Jeff Bezos: in 200 a volto coperto hanno sfondato i cancelli e distrutto porte, sedie e tavoli prima di essere respinti dalle forze di polizia.
La Global Sumud Flotilla intercettata dalle forze armate israeliane infiamma le piazze e sta mettendo a dura prova il dispositivo messo a punto dal Viminale, che ha imposto una stretta su permessi e licenze delle forze dell’ordine proprio per assicurare in questa settimana calda una presenza massiccia di agenti per le strade. E dopo l’attacco ad una sinagoga a Manchester sale anche la preoccupazione per i circa 200 obiettivi sensibili israeliani sul territorio, protetti da imponenti misure di tutela, come il quartiere ebraico di Roma.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha un messaggio per i manifestanti: “davvero qualcuno crede che il blocco di una stazione, di un aeroporto, di un’autostrada o la distruzione di un negozio, in Italia, porterà sollievo al popolo palestinese? O potrà cambiare le scelte del Governo di un’altra nazione? Non è così. Bruciare tutto, fermare tutto, spaventare tutti, non serve a nessuno e fa e farà solo del male a tutti gli italiani”.
Si sta verificando lo scenario preventivato nel corso della riunione di martedì scorso al Viminale tra il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e i prefetti e questori delle grandi città: dilagano iniziative estemporanee e non preannunciate, le più complicate da fronteggiare. “Ma ci siamo organizzati – fa sapere Piantedosi – e già da oggi siamo stati molto impegnati. Abbiamo assistito alle solite scene di queste manifestazioni che talvolta hanno anche delle derive non sempre plausibili, ma io confido che ci sia la ragionevolezza della maggior parte dei manifestanti da una parte e la professionalità ormai consolidata delle nostre forze di polizia”.
Per la ministra dell’Università Anna Maria Bernini “le manifestazioni sono legittime, la violenza è inaccettabile. Così come lo è lo slogan ‘Blocchiamo tutto’. Parole forti, ma vuote”. La tensione è alta proprio nelle università. A Roma, un corteo promosso dai collettivi studenteschi ha sfilato dalla Sapienza al Colosseo. Sempre nella Capitale tensione al liceo artistico Caravillani, che ha l’ingresso condiviso con un tempio ebraico. Tre studenti con il megafono hanno intonato slogan per la Palestina e alcune persone che si trovavano nel tempio sono uscite. Ne è nata un’accesa discussione culminata con spintoni. Decine gli identificati, di entrambi i gruppi.