Un’indagine complessa e ramificata, durata mesi, ha fatto emergere un sistema di gestione degli appalti pubblici nel Comune di Fiumicino fortemente inquinato da logiche clientelari, favoritismi e spartizioni. L’inchiesta, condotta dai militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma e coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, ha portato all’emissione di 13 misure cautelari nei confronti di funzionari, dirigenti, assessori comunali e imprenditori.
Il fulcro del sistema – spiegano gli inquirenti – ruotava attorno alla gestione degli appalti relativi a eventi culturali, luminarie natalizie e politiche produttive. Secondo le accuse, gare truccate, affidamenti diretti aggirando i limiti di legge e proroghe illegittime servivano a garantire commesse pubbliche ad aziende “amiche”, in cambio di visibilità politica e aspettative di carriera per i pubblici ufficiali coinvolti.
La “macchina” degli appalti facili: l’indagine e le fasi
L’inchiesta è nata da una verifica fiscale su una società che tra il 2018 e il 2023 ha emesso fatture per oltre 1,4 milioni di euro senza alcuna contabilità o dichiarazione fiscale. Da lì è emerso un reticolo di cooperative e ditte che hanno beneficiato di affidamenti pubblici per oltre 4 milioni di euro, spesso senza gara o tramite bandi formalmente pubblici ma già decisi nei contenuti e nei vincitori.
Le prime misure cautelari erano state emesse il 13 giugno 2025, legate agli appalti per i servizi sociali. Ora si aggiunge una seconda tranche di provvedimenti, scaturita da interrogatori e intercettazioni, che colpisce duramente l’organizzazione degli eventi culturali estivi del 2024 e delle luminarie natalizie 2024-2025 a Fiumicino, Fregene, Passoscuro e altre località.
Le misure: domiciliari, interdizioni e obblighi di dimora
Nel dettaglio, sono state eseguite:
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3 arresti domiciliari: tra cui il direttore artistico del Comune e due operatori economici;
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4 misure coercitive: obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria per due assessori comunali, un funzionario e un imprenditore;
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1 interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi nei confronti di un dirigente comunale;
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1 interdizione per un imprenditore, che non potrà contrattare con la PA per 12 mesi.
I ruoli chiave: dirigenti, assessori e imprenditori in sinergia illecita
L’indagine ha ricostruito ruoli e responsabilità:
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Il Direttore Artistico ha sistematicamente influenzato l’assegnazione degli eventi culturali e delle luminarie, pilotando bandi e scegliendo in anticipo i vincitori, aggirando la legge;
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Il Dirigente dell’area turismo e cultura ha firmato gli atti formali che davano parvenza di legalità agli affidamenti diretti;
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Un Funzionario del settore cultura ha operato da tramite tra la politica e gli imprenditori, violando il segreto d’ufficio e orientando gli affidamenti verso aziende compiacenti;
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L’Assessore alle Attività Produttive e l’Assessore alla Cultura e Turismo sono stati determinanti nel mantenere i rapporti con gli imprenditori favoriti, parcellizzando illegalmente gli appalti e distrarre fondi pubblici.
Il sistema: appalti spezzettati, gare “farsa”, soldi pubblici a circuito chiuso
Le società coinvolte ottenevano i lavori grazie a proroghe illegittime, affidamenti diretti e bandi scritti su misura. Un caso emblematico riguarda una cooperativa che ha ricevuto 42 affidamenti per 4,1 milioni di euro, ma ha emesso fatture per oltre 9,4 milioni, senza giustificazione. I fondi, secondo le indagini, venivano immediatamente prelevati in contanti o spostati su conti esteri.
Le intercettazioni telefoniche e gli interrogatori di garanzia hanno restituito l’immagine di una funzione pubblica piegata a interessi privati, dove la commistione tra politica, amministrazione e imprenditoria era la regola, non l’eccezione.
Interesse pubblico e presunzione di innocenza
La gravità dei fatti e il ruolo apicale dei soggetti coinvolti giustificano l’attenzione pubblica e mediatica sul caso. Le misure adottate – che includono il monitoraggio con braccialetto elettronico e restrizioni alle comunicazioni – evidenziano un rischio concreto di reiterazione del reato.
Tuttavia, è doveroso ricordare che tutti gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva, e che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari.