“A Roma la mafia c’è, ed è presente in maniera strutturata e pervasiva. Servono più magistrati alla Direzione Distrettuale Antimafia”. Non solo. Nella Capitale, gli equilibri criminali hanno avuto un cambio di dinamiche dopo l’omicidio di Fabrizio Pischitelli, alias Diabolik, ex capo degli Irriducibili della Lazio, ucciso il 7 agosto del 2029 nel parco degli Acquedotti a Roma. È l’allarme lanciato dal Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, a Palazzo San Macuto, che ha fornito una fotografia a tinte fosche sulla presenza della criminalità organizzata nella Capitale, sotto ‘assedio’ delle mafie. Secondo il Prefetto, che ha parlato alla presenza della presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, Roma rappresenta una meta strategica per le organizzazioni criminali, proprio per la sua centralità logistica e per la presenza della politica.
“Le mafie vengono a Roma perché qui c’è il potere, e il potere i criminali cercano di inquinarlo. È una città centrale, con l’aeroporto di Fiumicino, i collegamenti con il Sudamerica, e il porto di Civitavecchia”. Giannini ha delineato la mappa delle organizzazioni mafiose attive nella Capitale: dalla ‘ndrangheta alle famiglie camorriste, passando per i gruppi autoctoni come i Casamonica, gli Spada e i Fasciani. “Cosa nostra appare oggi depotenziata, ma non va sottovalutata per la sua capacità di infiltrazione. La ‘ndrangheta invece è fortemente radicata, con proprie locali ad Anzio e Nettuno, leader nel narcotraffico e nel reinvestimento dei profitti illeciti, soprattutto nella ristorazione e nel settore automobilistico”.A prevalere, in termini di potere e influenza, secondo quanto è emerso in Commissione, sarebbe però la camorra, in particolare l’alleanza di Secondigliano, con i clan Mallardo, Contini e Licciardi.
“Il boss Michele Senese rappresenta una figura autorevole – ha spiegato Giannini – con la capacità di dirimere conflitti tra sodalizi. Non si parla di ordini, ma di un equilibrio tra autonomie locali e un’autorità superiore capace di intervenire per evitare guerre di potere”. Uno dei passaggi dell’intervento ha riguardato il narcotraffico. A Roma una sola piazza di spaccio può fruttare fino a 70mila euro al giorno nei fine settimana. “In una piazza chiusa possono lavorare fino a 300 persone – ha sottolineato il Prefetto – con veri e propri turni, sanzioni disciplinari, e in alcuni casi pesanti ritorsioni fisiche”. Tor Bella Monaca, il Quarticciolo e San Basilio, sono il simbolo di questo degrado, in quanto zone che vivono una quotidianità da zona di ‘guerra’. “Nei palazzi attorno al cosiddetto ferro di cavallo – ha detto – i residenti sono ostaggio dei traffici, si creano barriere fisiche, con grate e muretti abusivi. Per iniziare i lavori del progetto ‘Pinqua’ abbiamo dovuto sgomberare 650 box e strutture abusive”. Accanto alle “piazze chiuse”, Giannini ha indicato anche le “piazze aperte” come il Pigneto o San Lorenzo, epicentri della movida dove “il controllo è più difficile ma non si vuole rinunciare ai profitti”.
Il crack risulta essere la principale droga sintetica in circolazione, mentre il Fentanyl, al momento, non rappresenta una presenza significativa. “Ma – ha aggiunto – l’allerta resta altissima”. Il giro della cocaina è impressionante: un chilo può valere 40mila euro, un grammo fino a 100 euro. Sulle mafie del litorale romano, Giannini ha ribadito la persistenza di clan come i Fasciani, gli Spada e i Casamonica. Tuttavia, ha distinto le recenti intimidazioni nei confronti di pregiudicati dagli incendi negli stabilimenti balneari: “In questi ultimi casi abbiamo rintracciato soggetti non pienamente sani di mente. Il clamore mediatico può aver attratto anche mitomani”.
La criminalità straniera ha un ruolo non marginale nel tessuto criminale romano. “La mafia cinese opera soprattutto nel trasferimento di denaro contante con un sistema chiuso e omertoso, mentre la criminalità nigeriana è attiva nella tratta di esseri umani e prostituzione, attraverso riti voodoo e ricatti familiari”. La mafia albanese si conferma invece nel narcotraffico di alto livello.Una relazione positiva, invece, ha riguardato gli appalti pubblici, per il Giubileo 2025. “Grazie al monitoraggio attento e preventivo – ha sottolineato Giannini – non abbiamo riscontrato presenze mafiose nei lavori”. Giannini ha ribadito, più volte la necessità di rafforzare la Direzione Distrettuale Antimafia, che sta gestendo le dichiarazioni di diversi pentiti e collaboratori di giustizia: “Servono più magistrati, perché la pressione criminale è costante e articolata.
La nostra risposta deve essere all’altezza della minaccia. Roma non può essere lasciata sola”. Al termine dell’audizione, la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, su X, ha scritto:” Da orgogliosa cittadina romana mi sento di ringraziare il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, per la dettagliata relazione svolta in Commissione antimafia dove ha evidenziato, con forza, che la mafia a Roma esiste ed esercita il suo potere con efferatezza e crudeltà. Per contrastare personaggi del calibro dei Senese, Molisso, Demce e Bennato, credo che sia necessario un rafforzamento della DDA di Roma, cosi da poter continuare a infliggere duri colpi alla criminalità organizzata”.