LE INDAGINI

Morta dopo un intervento di liposuzione, tre indagati

I fatti in un appartamento-studio senza autorizzazione in zona Torrevecchia

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Un appartamento trasformato in uno studio per interventi di chirurgia estetica nel quartiere Primavalle, quadrante nord di Roma. Una struttura sprovvista da 13 anni di autorizzazione e diventata il teatro di una tragica morte: una donna di 46 anni, Alcivar Chenche Ana Sergia, originaria dell'Ecuador, è deceduta dopo essere stata colta da malore nel corso di una liposuzione.

Il dramma si è consumato sabato pomeriggio in via Francesco Roncati. La donna aveva scelto quell'ambulatorio medico forse dopo una ricerca su internet, attirata dai costi bassi che proponeva e garantiva. "Offriamo il miglior prezzo del mercato italiano senza abbassare la qualita/sicurezza in ciascun intervento", si legge nella pagina Facebook della struttura.

Il medico

A gestire l'ambulatorio il dottore Jose Lizarraga Picciotti, cittadino peruviano di 65 anni, con precedenti per lesioni e ora indagato assieme all'anestesista (anch'egli con precedenti però non legati alla professione medica) e una infermiera per omicidio colposo nell'indagine avviata a piazzale Clodio.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto accertato dalla polizia, la paziente è stata colta da malore dopo pochi minuti dall'avvio dell'intervento. La donna ha subito uno shock, causato da "molteplici cause" non esclusa la somministrazione dell'anestesia, con perdita di conoscenza associata ad una marcata ipotensione. L'equipe avrebbe cercato di rianimare la donna senza immediatamente allertare i soccorsi. La situazione è però precipitata: dallo studio medico è stato chiesto l'intervento di una ambulanza privata con il medico a bordo e del 118. La corsa al policlinico Umberto I è, però, risultata vana. La donna è arrivata al pronto soccorso alle 20.32 in arresto cardiocircolatorio e già intubata: sul mezzo di soccorso è stata anche sottoposta a massaggio cardiaco da parte dell'anestesista che la accompagnava. In ospedale per oltre un'ora si è tentato di rianimarla ma inutilmente.

Gli inquirenti hanno immediatamente posto sotto sequestro l'appartamento al numero 6 di via Roncati. La struttura, secondo quanto accertato, aveva ottenuto l'ultima autorizzazione, della durata di cinque anni, dalla Regione Lazio nel 2007: dal 2012 operava senza alcun attestato. Le verifiche punteranno a chiarire se nell'appartamento fossero presenti le attrezzature di primo soccorso a cominciare dal defibrillatore. Sulle cause della morte risposte arriveranno dall'autopsia che il pm Andrea D'Angeli disporrà mercoledì.

I precedenti

In base ai primi elementi investigativi, Picciotti risulta coinvolto in altri episodi: nel 2006 e nel 2018 è stato denunciato per lesioni da pazienti che si erano sottoposte a liposuzioni e interventi di chirurgia estetica. Dai suoi profili social emerge uno stile vita da vip con auto di lusso e appartamenti con vista sui tetti di Roma. Picciotti si era anche lanciato nel mondo della ristorazione con l'apertura di un ristorante specializzate nella cucina etnica.

La tragedia di Primavalle arriva a pochi mesi di distanza da due episodi simili. Nel novembre scorso a perdere la vita era stata la 22enne Margaret Spada nel corso di un intervento di rinoplastica. A marzo la morte di Simonetta Kalfus, 62 anni, arrivata nel corso di una operazione di liposuzione.

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