Oltre 3.000 famiglie a rischio nelle case INPS, l'allarme del Sunia
Contratti che non posso essere rinnovati e difficoltà le riscattare la casa. Preoccupa il fenomeno delle occupazioni abusive

A Roma sono oltre 3.000 le famiglie a rischio nelle case Inps. E' il dato del Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini Assegnatari), che stimato qualcosa come circa 3.800 immobili i proprietà dell'Inps, di cui quasi 500 risulterebbero vuoti, mentre la restante parte riguarda per metà affittuari, per l'altra metà sono oggetto di occupazioni abusive. Di seguito la nota.
La nota
"L'Inps, per effetto di una normativa legata al processo di cartolarizzazione tramite SCIP (processo esaurito
nel 2018), - continua la nota - non può rinnovare i contratti di locazione, pertanto gli inquilini degli immobili definiti “locati”
detengono l'immobile con un titolo però scaduto o in scadenza.
Sempre per effetto di leggi varate come sostegno al processo di cartolarizzazione, gli occupanti degli
immobili occupati abusivamente possono essere sanati solo se acquistano l'immobile, ma tra oneri di
sanatoria (calcolata ai valori locativi di mercato) e costo di acquisto dell'immobile, l'operazione diventa antieconomica ed insostenibile pressoché per chiunque. Nel frattempo, nei confronti degli occupanti, l'Istituto
procede sia con le azioni legali che con le esecuzioni degli sfratti (per i morosi) e degli sgomberi (per gli
occupanti abusivi). Così un ente pubblico genera emergenza abitativa e un danno economico a sé stesso,
essendo impossibilitato al rinnovo dei contratti scaduti e avendo scelto di applicare condizioni di vendita
(per adempiere ad un obiettivo sempre fissato per legge) ben peggiori delle condizioni del mercato
immobiliare privato.
L’attuale dirigenza dell’Inps sembra non aver risposto con l’interesse che ci si auspicava al bando per gli
acquisti degli immobili occupati emesso dal Comune di Roma, che avrebbe consentito benefici per tutti:
all’ente di privarsi in soluzione unica di cespiti “problematici” per la loro gestione amministrativa, agli
inquilini di vedere risolta la loro problematica abitativa e al Comune di Roma di ricostituire un patrimonio
immobiliare ad uso sociale.
Con questo indirizzo, intrapreso dalla direzione centrale Patrimonio ed Investimenti, confermato dal
tentativo di sfratto praticato la mattina del 28 aprile nel III municipio e rinviato solo grazie all’intervento del
Municipio stesso e dell’Agenzia Sociale municipale, sale la preoccupazione delle oltre 3.000 famiglie
residenti negli immobili dell’Inps per il loro futuro abitativo, in una città come Roma, in cui i numeri
dell’emergenza sono esplosivi e a cui è pressoché impossibile dare risposte immediate.
Riteniamo a questo punto necessario che le forze politiche parlamentari, quantomeno quelle di
opposizione, riportino al centro del dibattitto sulle politiche abitative la necessità di nuove condizioni
normative in cui possa essere effettuata una gestione di un importante patrimonio immobiliare pubblico
tesa principalmente alla salvaguardia del diritto all’abitare di migliaia di famiglie" - conclude la nota.