Occhiali che raccontano l’anima, il Maestro del Made in Italy che incanta i VIP
Incontro con Domenico Auriemma, l'imprenditore italiano che porta il lusso italiano sulle passerelle del mondo

A cura di Ilaria Solazzo
Nell’Italia della moda e dell’eccellenza artigianale, esistono ancora figure capaci di emergere non solo per talento, ma per autenticità. Professionisti veri, visionari silenziosi, che portano il lusso italiano sulle passerelle del mondo senza mai dimenticare le proprie radici. Domenico Auriemma è uno di loro.
Lo abbiamo incontrato a Roma, tra un volo intercontinentale e una consegna privata a un celebre volto di Hollywood. Eppure, nonostante l’agenda serrata e il riconoscimento internazionale, il suo sguardo conserva la calma di chi ha scelto la qualità al posto del clamore. C’è qualcosa di antico, e al tempo stesso estremamente moderno, nel suo modo di intendere il mestiere: la cura del dettaglio, il rispetto per la materia, l’ascolto del cliente come atto creativo.
Auriemma non è solo un maestro dell’occhialeria: è un ambasciatore del bello e ben fatto italiano. Le sue creazioni non si limitano ad accessoriare, ma diventano estensioni della personalità, piccoli ritratti da indossare. È forse per questo che attori, musicisti e imprenditori – da Milano a Los Angeles – lo scelgono non solo per l’eleganza, ma per l’autenticità che ogni sua montatura custodisce.
In un’epoca in cui il lusso rischia di diventare impersonale, la sua storia è una boccata d’aria autentica. L’Italia può ancora contare su talenti straordinari, professionisti capaci di distinguersi nel panorama del design internazionale con discrezione, stile e sostanza. Domenico Auriemma ne è un esempio vivido. E questa intervista lo conferma.
Com’è nata la passione per l’occhialeria?
È nata da ragazzo, osservando il lavoro minuzioso di un vecchio artigiano in un laboratorio di Napoli. Ho iniziato come apprendista, con umiltà, ma fin da subito ho percepito che quell’universo fatto di materiali, precisione e stile sarebbe diventato la mia vocazione. Anni di studio, esperienza e dedizione hanno trasformato un giovane curioso in un punto di riferimento del settore.
Cosa significa per lei il Made in Italy?
Non è solo una firma estetica: è una promessa di qualità, cultura e identità. Portarlo nel mondo significa raccontare storie di mani esperte, di passione per il dettaglio, di un sapere che si tramanda da generazioni. Ogni occhiale che arriva a New York, Tokyo o Parigi porta con sé un frammento della bellezza artigianale italiana.
Come si coniugano tradizione e innovazione nel suo lavoro?
Attraverso un dialogo continuo. Utilizziamo tecnologie avanzate, come la modellazione 3D e materiali sostenibili, ma il tocco finale resta sempre umano. L’occhiale non è un semplice accessorio: è parte del volto, dell’identità. Richiede un approccio sartoriale.
C’è una collezione a cui è particolarmente legato?
Sì, la linea Radici, ispirata ai paesaggi e ai colori della Costiera Amalfitana. Ogni modello porta il nome di una località simbolica – Ravello, Positano, Atrani – come omaggio alle mie origini e alla luce del Mediterraneo che permea ogni dettaglio del design.
Qual è, secondo lei, il futuro dell’occhialeria italiana?
Sarà fondamentale unire rispetto per la tradizione e capacità di reinventarsi. Temi come sostenibilità, personalizzazione e controllo della filiera saranno centrali. Ma sopra ogni cosa, continuerà a distinguersi chi lavora con passione, autenticità e un’anima profondamente italiana.
Un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere?
Non avere fretta. Imparare con umiltà, osservare, mettersi alla prova. L’artigianato è un’arte lenta, fatta di gesti ripetuti e scelte consapevoli. Ma ogni occhiale ben realizzato può davvero cambiare lo sguardo sul mondo.
In un’epoca in cui la produzione industriale detta i tempi e spesso annulla le identità, incontrare una figura come Domenico Auriemma riconcilia con l’essenza autentica del mestiere. Non solo un maestro dell’occhialeria, ma un custode del sapere artigianale italiano che, con disciplina e visione, ha saputo proiettare il Made in Italy nel mondo senza mai tradirne l’anima.
Intervistarlo è stato come entrare in un laboratorio fatto di legni profumati, lenti calibrate al millesimo e silenzi carichi di concentrazione. Ma soprattutto, è stato ascoltare una voce che parla con naturalezza di estetica e funzione, di innovazione e memoria. Con l’eleganza di chi ha imparato a dare forma alla bellezza attraverso le mani.
Ciò che colpisce in Auriemma non è solo la maestria tecnica – indiscutibile – ma la sua rara capacità di interpretare l’occhiale non come semplice oggetto, bensì come estensione dell’identità umana. Ogni creazione è un esercizio di ascolto e rispetto verso chi lo indosserà: perché un occhiale ben fatto non migliora solo la visione, ma definisce lo sguardo che si offre al mondo.
La collezione Radici è forse la sintesi più potente della sua filosofia: affondare i piedi nella terra natia per guardare lontano. In questo gesto simbolico risiede la sua grandezza: nel saper coniugare territorio e internazionalità, tradizione e ricerca, materia e spirito.
Domenico Auriemma è, oggi più che mai, una voce necessaria. In un mercato che spesso rincorre mode effimere, il suo lavoro ci ricorda che l’eccellenza non si improvvisa: si costruisce con tempo, coerenza e amore per le cose fatte bene. Ed è questo, in fondo, ciò che rende eterno il vero Made in Italy.