Il delitto di Fregene, dal Dna alle impronte: 36 reperti sotto esame
L'obiettivo degli esami scientifici (tra cui analisi del DNA e impronte digitali) è identificare la possibile presenza di terze persone sulla scena del crimine
Le indagini sull’omicidio di Stefania Camboni, avvenuto nella villetta di Fregene nella notte tra il 14 e il 15 maggio, si concentrano ora su 36 reperti raccolti dai carabinieri, tra cui tamponi biologici, oggetti personali, abiti e tracce trovate sull’auto della vittima, rinvenuta a 150 metri dalla casa.
L'obiettivo degli esami scientifici (tra cui analisi del DNA e impronte digitali) è identificare la possibile presenza di terze persone sulla scena del crimine, escludendo o confermando la presenza di tracce genetiche non appartenenti né alla vittima né ai due principali soggetti coinvolti: Francesco Violoni, figlio della vittima, e Giada Crescenzi, sua compagna e unica indagata.
Alcuni elementi sospetti:
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Il pigiama inamidato e non stropicciato della Crescenzi.
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Ciabatte lavate con tracce di sangue.
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Mancanza di graffi sull’indagata nonostante le 34 coltellate inflitte alla vittima.
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Porta di casa spalancata, arma del delitto e oggetti per pulire la scena scomparsi.
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La Crescenzi, alzatasi alle 4:30, non sente nulla e alle 6:50 scrive a Violoni per fare colazione.
Il racconto di Crescenzi è giudicato illogico dal giudice. L'autopsia non ha ancora determinato con precisione l’orario del decesso, ma si ipotizza che sia avvenuto tra le 00:30 e le 05:30. Le analisi in corso servono anche a tutelare l’indagata, verificando la coerenza della sua versione con le prove scientifiche.
Il nuovo sopralluogo
Oggi la sezione rilievi dell'Arma entrerà di nuovo nella villa al fine di eseguire un nuovo sopralluogo. Se dovessero emergere dei "dettagli" ritenuti d'interesse investigativo, gli stessi saranno sottoposti a esami irripetibili alla presenza a questo punto anche dei consulenti di parte, Armando Palmegiani per la difesa della Crescenzi e Luciano Garofano per le parti civili, ovvero i figli della Camboni e la sorella della vittima.