Il dramma

Partorisce nel bagno e poi getta il bambino nel water, arrestata una donna

Le indagini sono partite dopo la denuncia da parte dei sanitari del pronto soccorso

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Ha partorito il suo terzo figlio in bagno, poi lo avrebbe ucciso annegandolo nel water. Orrore a Monte Compatri, piccolo comune alle porte di Roma. A finire in manette, con l'accusa di omicidio, una ventinovenne di origini nigeriane.

Per gli inquirenti Jennifer Umen, questo il nome della donna, il 12 ottobre scorso avrebbe indotto il parto alla 25/26esima settimana di gravidanza mentre si trovava a casa di amici e subito dopo avrebbe spinto con la forza il neonato nelle tubature del wc annegandolo. Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile di Roma e del commissariato Frascati, coordinate dalla Procura di Velletri, sono partite dalla segnalazione dei medici del pronto soccorso dove la ragazza era stata trasportata quella sera in ambulanza per un malore. Nonostante negasse di aver partorito i sanitari avevano pochi dubbi anche perchè, durante la visita, erano emerse tracce che testimoniavano del parto. Così sono stati subito avviati accertamenti per fare piena luce su quello che era accaduto. Gli investigatori sono riusciti poi a individuare il corpicino del bimbo: lo hanno trovato in un tombino collegato alle tubature di scarico dell'abitazione dove la donna era stata soccorsa. Dopo il parto, infatti, ha accusato un malore e sono stati allertati i sanitari. La ventinovenne è stata trasportata in ambulanza al policlinico Casilino.

Decisive per le indagini le analisi sul dna effettuati sul corpo del neonato che hanno stabilito con certezza si trattasse del figlio di Jennifer Umen. Dai primi accertamenti sul cadavere emergerebbe la morte per annegamento. Il neonato, che pesava circa un chilo ed era lungo trenta centimetri, presentava anche una lesione sulla schiena. Gli investigatori ipotizzano che la lesione sia stata provocata dalla pressione esercitata per spingere il neonato nelle tubature. Ma la ventinovenne ha cercato di allontanare da sé ogni accusa. Ha raccontato di non sapere di essere incinta e di essersi lasciata con il compagno a dicembre del 2023. Non solo ha anche detto di non essersi accorta quella sera di aver partorito. "Stavo male, ero ubriaca, avevo delle forti fitte e ho pensato ad un banale mal di pancia": questa la sua versione. Poi ha detto di essere andata in bagno, di avere avuto un'emorragia: "ho visto molto sangue e ho sentito un tonfo". Una versione che, però, non ha convinto gli investigatori.

Chi indaga infatti ipotizza che sia stata proprio lei a indurre il parto, probabilmente con un mix di farmaci, e poi ha tentato di sbarazzarsi di quel figlio che non voleva. La donna è stata rintracciata dalla polizia, dopo alcuni giorni di ricerche, in un'abitazione a Borgata Finocchio, alla periferia est di Roma e si trova ora nel carcere di Rebibbia. Lunedì sarà interrogata. Gli altri due figli della donna sono stati affidati momentaneamente a sua sorella.

La vicenda ricorda un episodio avvenuto più di dieci anni fa in un fast food all'Eur. Era il dicembre 2012 quando un addetto alle pulizie trovò nel water un bimbo appena partorito e abbandonato dalla madre. Il neonato, ancora in vita, fu soccorso. La donna, una ventunenne romena, fu rintracciata qualche mese più tardi. Fu riconosciuta anche grazie alle telecamere interne del locale. Un anno dopo è stata condannata a quattro anni per tentativo di infanticidio.

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