Le preoccupazioni

Deposito scorie nucleari, chiesto un incontro

A rischio è la vocazione turistica del territorio insieme alle produzioni di pregio, tra le quali la nocciola romana Dop

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“Non condividiamo la mappatura nazionale del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Abbiamo il dovere di proteggere il nostro territorio, l’agricoltura e le eccellenze agroalimentari che lo rappresentano, ma anche di tutelare la salute dei cittadini”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, in una lettera inviata al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, per chiedere un incontro urgente sul sito di stoccaggio di scorie nucleare nella Tuscia.

In tutto sono 51 le aree individuate a livello nazionale dal ministero dell’Ambiente su indicazione di Isin e Sogin e nella Tuscia è prevista la dislocazione di 21 di queste. “La Tuscia paga già un prezzo altissimo in termini di consumo di suolo agricolo produttivo – prosegue Granieri - a seguito dell’installazione selvaggia di impianti fotovoltaici e pale eoliche. Le nostre produzioni agricole di pregio sono costantemente sotto attacco”.

Viterbo, infatti, è la prima provincia del Lazio per presenza di pannelli solari, e la superficie occupata dal fotovoltaico a terra è pari al 50% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU), con oltre 950 ettari. Coldiretti Lazio da sempre si batte per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei capannoni, per evitare di sottrarre terreno fertile alle produzioni locali. A rischio è la vocazione turistica del territorio insieme alle produzioni di pregio, tra le quali la nocciola romana Dop, l’Olio extravergine di Olivia Tuscia Dop e Canino Dop, i vini Doc Colli Etruschi Viterbesi ed Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, la lenticchia di Onano Igp e l’asparago verde di Canino Igp.

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