LA SCHEDA

Conclave, come si sceglie il Papa. Il Vademecum

La messa, il giuramento, le votazioni, le fumate

Conclave, come si sceglie il Papa. Il Vademecum
Il conclave, cioè il procedimento di elezione del Romano Pontefice, è regolato dalla Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis”, emanata da Giovanni Paolo II nel 1996 e modificata da Benedetto XVI nel 2013.
Ad eleggere il papa sono i cardinali che non hanno ancora compiuto 80 anni. Il limite di età è stato messo nel ’96. Prima del conclave, i cardinali si riuniscono nelle Congregazioni generali: sono riunioni preparatorie in cui i prelati esprimono le proprie opinioni sui problemi principali della chiesa.
I prelati prima e durante il conclave sono sistemati a Santa Marta, l’albergo-residenza voluto da Giovanni Paolo nel 2005. Tra Santa Marta e la Cappella Sistina, dove si tengono le votazioni, c’è più di un chilometro, coperto con navette. Il personale che lavora a Santa Marta e alla Sistina deve giurare di mantenere il segreto su tutto quello che vede e sente, pena la scomunica.
Prima del conclave, i cardinali celebrano in San Pietro la “Missa Pro Eligendo Romano Pontifice”, quindi si recano in processione alla Cappella Sistina. Qui il cardinal decano (quest’anno è Pietro Parolin) pronuncia per tutti il giuramento. Poi il maestro delle celebrazioni liturgiche, l’arcivescovo Diego Ravelli, intima l'”extra omnes”, facendo uscire gli estranei.
Per tutta la durata del conclave, i cardinali non possono comunicare in alcun modo con l’esterno, e non possono neppure leggere giornali o guardare la tv. Un conclave dura in media da due a cinque giorni. Il voto è a scrutinio segreto, su scheda cartacea. Il primo giorno c’è una votazione, i giorni successivi due al mattino e due al pomeriggio. Per eleggere il papa, servono i suffragi dei due terzi degli elettori presenti e votanti. Nella scheda va scritto un solo nome, pena la nullità.
Se non si raggiungono i due terzi, le schede vengono forate e legate con un nastro. Due volte al giorno, al mattino e al pomeriggio, vengono bruciate nella stufa installata alla Sistina, con un colorante che dà una fumata nera (perclorato di potassio, antracene e zolfo). Se il candidato riceve almeno i due terzi delle preferenze, il decano gli chiede in latino “accetti la tua elezione, canonicamente avvenuta, a Sommo Pontefice”. Alla risposta affernativa, il decano chiede, sempre in latino, “con quale nome vuoi essere chiamato?”. L’eletto risponde “Vocabor” (sarò chiamato) e il nome, con il relativo numero.
Dopo l’accettazione, le schede vengono bruciate nella stufa con un colorante che dà una fumata bianca (clorato di potassio, lattosio e colofonia). Il nuovo papa intanto si ritira nella sacrestia della Sistina, detta “Stanza delle lacrime”, perché lì spesso i neoletti cedono all’emozione. Qui trova tre abiti talari bianchi di misure diverse, e indossa quello più adatto a lui. Dopo la vestizione, il papa siede sulla cattedra della Sistina, legge un passo del Vangelo di Matteo sul magistero petrino, e riceve l’omaggio dei cardinali. Poi, il cardinale protodiacono (Dominique Mamberti) si affaccia alla loggia centrale di San Pietro e prouncia l'”habemus papam”, con il nome del neoeletto. Subito dopo, il pontefice appare sulla loggia e impartisce la benedizione Urbi et Orbi (a Roma e al mondo).