Si intensifica la mobilitazione dei precari del Consiglio nazionale delle ricerche, con un accampamento davanti alla sede centrale di Roma e un presidio permanente nelle stanze dell’ente. Questo dopo lo slittamento al 10 dicembre dell’incontro previsto per oggi del presidente Andrea Lenzi con le organizzazioni sindacali e i precari. Secondo la Flc Cgil, “una data così a ridosso della chiusura della legge di bilancio” rende evidente “non solo la poca attenzione al personale precario, ma anche la chiara sottovalutazione di un problema che avrà effetti dirompenti sulle attività e sulle infrastrutture dell’intera rete scientifica dell’Ente”.
Senza un finanziamento in manovra dedicato alla stabilizzazione dei precari “la ricerca è accampata: i nostri contratti stanno per scadere”, afferma Antonio Sanguinetti, ricercatore precario dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr. “Vogliamo mandare un messaggio al Governo perché senza un intervento immediato l’Italia rischia di perdere migliaia di ricercatori, un inestimabile capitale umano. Molti di noi lavorano grazie ai fondi Pnrr, miliardi di euro che sono stati investiti per sostenere progetti e infrastrutture che senza ricercatori si trasformeranno in uno spreco di risorse”.
I precari hanno dapprima piantato alcune tende davanti all’ingresso di piazzale Aldo Moro come gesto simbolico. Hanno poi deciso di portare la loro protesta dentro all’edificio, per dare vita a un’assemblea permanente che proseguirà anche nei prossimi giorni: una piccola rappresentanza si è già sistemata con i sacchi a pelo in una saletta sindacale del quarto piano e in una stanza vicina assegnata l’anno scorso ai Precari Uniti del Cnr. “Oggi si sono riuniti qui una cinquantina di precari da tutta Italia, ricercatori spesso non più giovani che hanno famiglie a carico: anche per questo – prosegue Sanguinetti – ci organizzeremo a turni per continuare il presidio a oltranza, anche dormendo qui la notte”.
“Trentamila ricercatori rischiano di rimanere a casa se non si farà qualcosa”, ha scritto su Facebook Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra della commissione cultura alla Camera. “La manovra di bilancio è l’ultima chiamata per evitare un danno epocale al futuro e allo sviluppo del Paese” A dare coraggio ai manifestanti è anche l’appoggio ricevuto in questi giorni da molte amministrazioni locali, “come i Comuni di Roma, Bologna, Pisa, Venezia, ma anche Regioni come l’Umbria e la Calabria, che stanno votando mozioni per stabilizzare i ricercatori precari – ricorda Sanguinetti – perché perderli in questa fase è un grosso danno per l’Italia ma anche per i territori che vedono scomparire risorse fondamentali”.