“E’ una svolta decisiva per l’omicidio di Fregene. Sarà un processo non più indiziario ma un processo fondato su delle prove certe, di natura cronologica, scientifica e medico legale”. Così Massimiliano Gabrielli, l’avvocato della famiglia di Stefania Camboni, la donna uccisa nella sua casa a Fregene a maggio scorso, dopo che il pubblico ministero di Civitavecchia “ha chiesto il giudizio immediato” per l’indagata Giada Crescenzi. compagna di Francesco Violoni, figlio della vittima, accusata del presunto omicidio.
“Andrà a processo davanti alla terza sezione della Corte d’Assise di Roma il 26 febbraio – informa Gabrielli – E’ una svolta decisiva nell’omicidio perchè, da un punto di vista processuale, conferma che il pubblico ministero ha acquisito una prova evidente: l’art. 453 del codice di procedura penale parla di evidenza della prova e quindi si può richiedere il giudizio immediato. Solo lei andrà a processo. La posizione di Francesco Violoni è stata stralciata”. “Riteniamo che il pubblico ministero abbia svolto un’attività egregia insieme al Nucleo operativo dei carabinieri di Ostia: siamo estremamente soddisfatti, come familiari della vittima e come legali, del fatto che la nostra ricostruzione indipendente dei fatti corrisponda esattamente a quello che poi è stata la risultanza delle analisi investigative dei Ris. Quello che per noi era già una certezza, oggi, finalmente, è supportato da una prova anche di natura scientifica”, conclude.