IL CONFRONTO

25 novembre, in Campidoglio l’iniziativa “Nessuna Scusa – Le Parole Giuste”

Promossa dall’Assessora alle Attività Produttive, Pari Opportunità e Attrazione Investimenti Monica Lucarelli, alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri.

25 novembre, in Campidoglio l’iniziativa “Nessuna Scusa – Le Parole Giuste”

La Sala della Protomoteca si è trasformata questa mattina in un luogo di ascolto, confronto e creatività collettiva. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Roma Capitale ha ospitato “Nessuna Scusa – Le Parole Giuste”, iniziativa promossa dall’Assessora alle Attività Produttive, Pari Opportunità e Attrazione Investimenti Monica Lucarelli, alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri.

“Oggi abbiamo presentato i risultati di un lavoro molto bello in cui i ragazzi sono stati protagonisti di video e di elaborati in cui riflettono sulla violenza, sulle sue cause e sulla cultura che la alimenta e la favorisce – ha commentato il sindaco Gualtieri -. È importante ragionare sul linguaggio, che spesso è una manifestazione di una cultura dove l’uomo vuole prevalere, dominare e controllare la donna, anche nel racconto dei fatti di violenza. Ci sono dei passi avanti anche nel linguaggio del giornalismo, ma c’è ancora molto da fare”.

Verso i ragazzi presenti in Campidoglio “ho provato una grande fiducia e senso di speranza, a questa generazione dobbiamo dare molta fiducia, hanno molto da imparare, ma anche molto da dirci da insegnare a tutti noi, quindi dobbiamo coinvolgere sempre più e rendere protagonisti”, ha concluso il Sindaco.

Le scuole protagoniste: “la parità si impara insieme”

I veri protagonisti della giornata sono stati le ragazze e i ragazzi del progetto “A Scuola di Parità”, un percorso che in un anno ha coinvolto oltre 5.000 studenti e prodotto più di 80 iniziative educative in tutta la città. Sul palco hanno portato i loro video e i loro lavori creativi: brevi racconti filmati, performance, riflessioni sul linguaggio, storie di relazioni sbilanciate, narrazioni ribaltate e nuovi modi per riconoscere i segnali di controllo e manipolazione. I progetti, premiati da Roma Capitale, non si sono limitati a descrivere la realtà, ma l’hanno ricostruita con uno sguardo nuovo: più consapevole, più coraggioso, più libero. La sala ha accolto i loro interventi come una vera e propria lezione collettiva.

L’Osservatorio STEP: come i media raccontano la violenza

Elemento centrale della mattinata è stata la presentazione del secondo Osservatorio STEP Roma – Le parole giuste, realizzato con la Sapienza Università di Roma. Il rapporto, che ha analizzato oltre 1.600 articoli pubblicati dalla stampa romana a partire dal 2024, offre una fotografia chiara di come sta cambiando il racconto della violenza maschile contro le donne:

Cala l’uso del frame del raptus. Una riduzione significativa del “raptus” – storicamente usato per descrivere la violenza come un gesto improvviso o incontrollabile – indica un passaggio importante: la stampa sta abbandonando letture emotive o giustificative e riconoscendo che la violenza è quasi sempre un comportamento intenzionale, inserito in una dinamica di prevaricazione.

Cresce l’attenzione alle dinamiche di potere e controllo. I quotidiani raccontano sempre più spesso la violenza come un esercizio di dominio, non come un conflitto episodico. Questo significa mettere a fuoco la radice della violenza maschile contro le donne: la disparità strutturale nelle relazioni, non la perdita di controllo.

Il 69% dei casi avviene dentro casa, spesso dentro relazioni affettive. È uno dei dati più forti: la violenza non arriva dall’esterno, ma si consuma negli spazi che dovrebbero garantire protezione. Raccontarlo significa correggere uno degli stereotipi più radicati, quello del “pericolo fuori casa”, e riportare l’attenzione sul ruolo delle relazioni e della quotidianità.

La voce dell’offender domina ancora nel 50% degli articoli, mentre quella delle donne è meno presente. Ciò rivela una dinamica narrativa ancora molto radicata: l’uomo che agisce violenza rimane spesso il principale “interprete” del fatto. Una scelta non sempre volontaria, ma legata alle fonti giudiziarie e investigative. Tuttavia, questo sbilanciamento orienta la percezione pubblica e restituisce una narrazione incompleta: dare più voce alle donne significa cambiare la cornice stessa del racconto.

In sintesi, questi numeri mostrano che la violenza non è un fatto improvviso né estraneo, ma nasce dentro le relazioni e, per anni, è stata normalizzata anche attraverso le parole. STEP Roma fotografa questa trasformazione e la rende lo strumento per un cambiamento culturale più consapevole.

L’Assessora Monica Lucarelli ha posto al centro il valore del linguaggio e la responsabilità collettiva di cambiarlo: “Roma oggi è un laboratorio nazionale del cambiamento culturale. La violenza non inizia con un gesto: inizia molto prima, nelle parole che normalizzano, giustificano o cancellano. Le scuole ce l’hanno mostrato con chiarezza: il futuro sta già parlando un linguaggio diverso. È compito delle istituzioni accompagnare e favorire questo processo socio-culturale”.

Lucarelli ha ricordato anche il nuovo modello di governance della Rete Antiviolenza di Roma Capitale, firmata nelle scorse settimane: Prefettura, Questura, Carabinieri, ASL, scuole e Terzo Settore uniti per la prima volta in un’unica strategia per prevenire, ascoltare e intervenire meglio. Ha annunciato inoltre che, proprio oggi 25 novembre, Julia – l’assistente virtuale di Roma Capitale – è stata aggiornata con una con una prima serie di contenuti dedicati ai Centri Antiviolenza. È il primo passo di un percorso di implementazione che proseguirà nei prossimi mesi, con l’obiettivo di rendere Julia uno strumento sempre più capace di orientare e supportare le donne che cercano informazioni e aiuto.

“Nessuna Scusa – Le Parole Giuste” non è stato un evento commemorativo, ma un esercizio di cittadinanza attiva – ha concluso Lucarelli -. Una mattinata che ha mostrato che la prevenzione passa dalla cultura, dalla scuola, dalla rete delle istituzioni, dalla responsabilità degli adulti e dalla creatività dei giovani. Una Roma che non si limita a dire “mai più”, ma costruisce ogni giorno le condizioni perché la violenza non abbia più spazio, né nelle parole né nella vita delle persone”.