la conferenza stampa

Agguato al bus, il Procuratore: “Cercavano lo scontro, si è trattato di un omicidio in concorso…”

"La situazione poteva essere molto più grave se l'altro sasso avesse colpito l'autista che era alla guida"

Agguato al bus, il Procuratore: “Cercavano lo scontro, si è trattato di un omicidio in concorso…”

“Cercavano lo scontro con i tifosi pistoiesi. La situazione poteva essere molto più grave se l’altro sasso avesse colpito l’autista che era alla guida del bus”. L’agguato al pullman dei tifosi del Pistoia basket, costato la vita domenica scorsa all’autista Raffaele Marianella, per il procuratore capo di Rieti, Paolo Auriemma, è un caso in gran parte cristallizzato dalle prove e dalle testimonianze raccolte dagli investigatori di Mobile e Digos di Rieti. Manuel Fortuna, Kevin Pellecchia e Alessandro Barberini, i tre ultrà della Sebastiani basket arrestati con l’accusa di omicidio volontario aggravato, erano consapevoli delle loro azioni.

“Il sasso letale – ha aggiunto Auriemma nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme ai vertici della Questura – è uno solo, stiamo accertando la sua provenienza e verranno effettuati ulteriori accertamenti tecnici”. “Al riscontro delle dichiarazioni (degli indagati, ndr) – ha aggiunto il procuratore – sono state altresì captate intercettazioni ambientali all’interno della Questura, conversazioni che il gip, secondo la prospettazione data dalla Procura, ha ritenuto autoaccusatorie nei confronti dei soggetti fermati. Si è trattato di un omicidio in concorso, non viene contestata l’aggravante della premeditazione ma solo quella dei futili motivi”. Auriemma, insieme al questore Pasquale Fiocco, al pm Lorenzo Francia e al capo della Mobile, Marco Stamegna, inizia a parlare quando in Procura sono già arrivate le prime risultanze dell’autopsia, secondo cui le cause della morte dell’autista “sono direttamente collegate alle ferite nella zona del collo e del torace provocate dalla pietra che gli è stata scagliata contro”.

Lanciata, con ogni probabilità, come ha sottolineato giovedì il gip convalidando gli arresti, dal più giovane dei tre, Kevin. “Il povero autista – ha detto ancora Auriemma – aveva perso molto sangue ed è stato vano anche l’immediato intervento di un agente di Polizia che ha tentato di rianimarlo prima dell’arrivo del 118”. Le indagini, tuttavia, non possono definirsi concluse. Il pm Francia, come ha confermato il capo della Procura, “sta riesaminando tutte le prove e le testimonianze raccolte, ma al momento nulla lascia ipotizzare ulteriori responsabilità. Ad oggi non ce ne sono”. Accertamenti sono in corso anche sui cellulari dei tre indagati, ma, soprattutto, sui racconti di altri 12 ultrà che li avrebbero seguiti fino alla superstrada, ma senza lanciare pietre.

A questa tragica vicenda se ne è aggiunta un’altra, inquietante. Uno striscione, con la scritta ‘Nascondetevi infami sappiamo chi siete’, è apparso questa mattina su uno dei cancelli del PalaSojourner, lo storico palazzo dello sport dove si è disputata la partita Pistoia-Rieti culminata con l’agguato al pullman. Il messaggio, scritto con caratteri definiti in gergo ‘fasciofont’, forse era rivolto a chi sta collaborando con gli inquirenti. Nel pomeriggio la Digos ha compiuto una serie di perquisizioni. “Questa vicenda – ha detto Auriemma durante la conferenza stampa – non ha a che fare con ambienti politici, il vissuto dei singoli indagati non interessa alle indagini”. Per il Questore Fiocco la situazione “è sotto controllo e l’attenzione è massima”, ha detto riferendosi allo striscione, aggiungendo che il gesto “non deve farci preoccupare troppo” perché “ce lo aspettavamo. Era fisiologico”.