L'inchiesta

“Questa è Cortina e comandiamo noi”, arrestati i fratelli Cobianchi

Legati a Fabrizio Piscitelli, l'accusa a vario titolo è estorsione aggravata dal metodo mafioso.

“Questa è Cortina e comandiamo noi”, arrestati i fratelli Cobianchi

“Questa è Cortina, qui comandiamo noi”. Così i fratelli romani Leopoldo e Alvise Cobianchi, arrestati nell’ambito di un’inchiesta dei Carabinieri coordinati dalla Procura di Venezia, minacciavano il gestore di un locale per imporre “cocaina, i deejay e le serate”.

Tre gli arrestati che devono rispondere a vario titolo di estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso. Eseguite anche 4 perquisizioni. In particolare, l’indagine ha consentito di accertare lo spessore criminale dei due fratelli finiti uno in carcere e uno ai domiciliari, militanti nella frangia degli “Irriducibili” degli ultras della S.S. Lazio, con rapporti con Fabrizio Piscitelli e con esponenti della criminalità romana. Relazioni che, come ricostruito dagli inquirenti, venivano utilizzate come monito e simbolo della propria caratura criminale, ancor di più dopo l’omicidio di Diabolik.

I due da tempo frequentavano Cortina d’Ampezzo e avevano adottato una strategia criminale, presentandosi quali “boss” della “malavita romana”. In questo modo avevano già acquisito la gestione diretta e indiretta di alcuni locali pubblici ampezzani e stavano tentando di infiltrarsi negli appalti pubblici per le Olimpiadi invernali.

Il loro metodo si sviluppava per fasi: prima, il controllo dello spaccio di droga con una propria rete di pusher, minacciando e picchiando gli assuntori insolventi e gli spacciatori in ‘proprio; poi, il controllo di alcuni locali pubblici della locale movida, imponendo con la violenza l’organizzazione di eventi, e l’ingaggio di buttafuori, Pr e dj compiacenti, attraverso una società di comodo, con sede a Roma, di cui è amministratore il terzo arrestato. L’obiettivo era anche di entrare negli eventi privati programmati, in concomitanza di Milano-Cortina 2026, nonché il tentativo di infiltrarsi, negli appalti dei lavori per l’evento del 2026.