La ricorrenza

La città ha ricordato il sisma di 9 anni fa

Castelli: "Sono stati fatti degli errori, nel 2025 via tutte le macerie

La città ha ricordato il sisma di 9 anni fa

Con grande emozione e senso di responsabilità verso le aspettative della popolazione e le esigenze di una ricostruzione che ha bisogno di una accelerazione: questo è stato il senso e il messaggio del nono anniversario del tragico sisma che, nel 2016, ha colpito Amatrice e le sue frazioni.

E’ quanto si legge in una nota del Comune di Amatrice.

Una ricorrenza che è stata caratterizzata per la prima volta, sottolinea il Comune, dal rifiuto di invitare formalmente le istituzioni. Una scelta maturata dall’Amministrazione per due ragioni: “dare dignità esclusiva al dolore e al lutto di un’intera comunità” e mandare “un segnale forte di interlocuzione rivolto alla politica”.

Dopo la veglia che si è tenuta durante la notte, con una fiaccolata verso il centro storico, il rientro al parco Don Minozzi, alle ore 3.36 la lettura dei nomi delle vittime e i rintocchi del campanone, ieri mattina si è tenuta la solenne deposizione della corona di fiori del governo al monumento alle vittime del terremoto, sempre al parco Don Minozzi. Subito dopo, la messa nel Palazzetto dello Sport, officiata dal vescovo di Rieti Vito Piccinonna, che nell’omelia si è soffermato sulla necessità di pensare al futuro con spirito di comunione e solidarietà.

Erano presenti, oltre al sindaco Giorgio Cortellesi, “a titolo personale” il commissario Guido Castelli, l’assessore Manuela Rinaldi, il senatore Paolo Trancassini. “Questo è il momento della consapevolezza, della ricostruzione realistica e non illusoria o demagogica – ha affermato il sindaco Giorgio Cortellesi – bisogna accelerare la ricostruzione, il disegno della città futura, dai servizi moderni ed efficaci alle infrastrutture, sempre nello spirito di unità che deve caratterizzare una comunità resiliente come la nostra. E ognuno deve fare la sua parte, nessuno escluso”.

Ad Amatrice “ci sono stati errori amministrativi che hanno prodotto situazioni che hanno richiesto proprio negli ultimi tre anni un’attività indefessa per fare cose che bisognava fare sei anni fa. Mi riferisco alla rimozione delle macerie. Le macerie le abbiamo rimosse in questi due anni e completeremo il lavoro appunto nel 2025”. Così il commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli, parlando a Radio Vaticana. Secondo Castelli è il 2025 l’anno in cui si sta accelerando sulla ricostruzione dopo il terremoto.

“Abbiamo dovuto rifare tre giorni fa, proprio ad Amatrice – aggiunge – il programma straordinario di ricostruzione perché purtroppo c’erano state omissioni su cui io voglio sorvolare perché non mi interessa dire di chi era colpa. Ma posso sicuramente dire che in questo momento stiamo riallineando tutte le sequenze amministrative, che ad esempio ci hanno consentito sulla ricostruzione pubblica di avviare e gettare le fondamenta del nuovo municipio, di avviare i lavori e i cantieri della nuova caserma di Carabinieri di Amatrice, di proseguire i lavori su due chiese importanti del centro storico e, di avviare i lavori del Museo Cola Filotesio che fa del centro storico di Amatrice un luogo dove non domina più il solo silenzio, ma qualcosa di più”.

“I temi centrali sono quelli della ricostruzione privata – dice ancora Castelli – dove per una serie di motivi abbiamo aziende che faticano a portare avanti i loro lavori, ma che vanno sostenute. Abbiamo tecnici che devono potersi districare tra le minime questioni burocratiche che però stiamo sfoltendo, capendo che in qualche caso dobbiamo anche usare le maniere forti. La comunità amatriciana ha diritto a una ricostruzione più tempestiva ma stiamo recuperando il tempo.

“Nove anni fa, il 24 agosto 2016, il terremoto devastò il cuore del Centro Italia, portando via vite, case, sogni. Oggi il dolore resta vivo, ma altrettanto viva è la forza straordinaria delle comunità che non hanno mai smesso di credere nel futuro. Stiamo accelerando con determinazione, cercando di recuperare il tempo perduto, a partire dall’ospedale di Amatrice, cuore pulsante di un territorio che deve tornare a vivere. Pochi giorni fa ho voluto fare un sopralluogo proprio lì: per me è un impegno e un dovere morale verso questa comunità, che merita di riavere un presidio di cura e di dignità. La ricostruzione non è semplice, ma l’ospedale rappresenta un segnale concreto, un simbolo di rinascita, che si affianca ai tanti cantieri aperti, alle case che tornano ad accogliere famiglie, alle piazze che ricominciano a riempirsi di voci. Voglio dirlo con chiarezza a tutte le comunità colpite: non siete sole”, ha detto in un comunicato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

“La Regione Lazio continuerà a camminare al vostro fianco, con rispetto, ascolto e impegno. Il vostro coraggio e la vostra resilienza sono un esempio per tutti noi. Oggi rinnovo la promessa: la ricostruzione andrà avanti, passo dopo passo, fino a quando queste terre non torneranno a essere piene di vita, di futuro e di speranza”, conclude Rocca.