Non c’è altro tema che la pace: il Giubileo che vede Roma invasa da migliaia di giovani continua a chiedere ai potenti del mondo di fermare le guerre. Lo hanno fatto anche i giovani italiani che hanno vissuto il loro momento nazionale questa sera a Piazza San Pietro. In quarantamila sono arrivati da ogni parte d’Italia per cantare e ballare, per pregare e rinnovare la propria fede. Ma soprattutto per portare questa richiesta di pace che diventa non solo un messaggio di fede ma anche politico. Perché al Giubileo dei Giovani ci sono le bandiere ma vengono scambiate, ci sono ragazzi dall’Ucraina ma anche dalla Russia, da tutto il travagliato Medio Oriente e da altre zone di conflitto. E la richiesta di pace viene ripetuta in ogni evento.
Il tema della pace è sicuramente stato al centro dell’incontro, questa mattina, tra Papa Leone e l’arcivescovo cattolico di Mosca, monsignor Paolo Pezzi. A parlare di pace alla kermesse dei giovani italiani è il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi. Parla delle “croci costruite follemente dagli uomini che fabbricano armi per uccidere e distruggono quello che fa vivere. La Chiesa è sotto la croce con gli occhi pieni di lacrime e il cuore ferito per tanta enorme sofferenza, insopportabile per una madre come deve esserlo sempre per l’umanità tutta”. “Oggi il nostro mondo è segnato dalla guerra”, “si combattono tante inutili stragi, tante guerre. Sono tutte nostre guerre”. “Disarmiamo i nostri cuori – dice Zuppi alla platea dei giovani italiani riuniti a Piazza San Pietro per la loro professione di fede – per disarmare cuori e mani di un mondo violento, per guarirne le cicatrici, per impedire nuovi conflitti!”.
Ad infiammare i cuori dei giovani è anche il Patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che si collega con la piazza attraverso un videomessaggio: “Stiamo vivendo, qui in Terra Santa, un momento molto complesso, molto difficile: le morti non si contano, la mancanza dei medicinali, la mancanza di cibo, la fame non sono una teoria, sono una realtà concreta che colpisce direttamente migliaia e migliaia di persone in maniera inimmaginabile”. Ma la speranza in fondo al cuore resta perché “sono tantissime le persone che, ancora oggi, a Gaza, in Israele, in tutta la Terra Santa, sono pronte a dare la vita per l’altro, a mettersi in gioco, rischiando la propria vita perché a Gaza è pericoloso uscire per strada e in Israele fare qualcosa a sostegno di Gaza non è sempre compreso e, quindi, si va incontro a tante incomprensioni”.
La preghiera per la pace risuonerà domani mattina anche nella Basilica di Santa Maria in Trastevere dove i giovani prepareranno il loro manifesto da consegnare ai Grandi del mondo, dice parlando del clima che si respira al Giubileo dei Giovani, padre Antoine Alane, francescano e Vicario dei cattolici in Egitto. Una terra, la sua, circondata da guerre, e tra i giovani che ha portato a Roma ci sono anche dei rifugiati. “La guerra non ha nessuna ragione d’essere ed è solo distruzione. Siamo tutti perdenti con la guerra”