LE INDAGINI

La morte di Emanuela Ruggeri: "Qualcuno ha portato lì il corpo"

La donna forse stroncata da overdose. La Polizia analizza i tabulati telefonici

La morte di Emanuela Ruggeri: "Qualcuno ha portato lì il corpo"
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In attesa degli esiti degli esami tossicologici, passa attraverso l'analisi dei tabulati telefonici la ricerca della verità sulle ultime ore di vita di Emanuela Ruggeri, la ragazza trovata morta tra le sterpaglie domenica sera in via del Mandrione, nel quartiere Tuscolano a Roma. La donna era riversa in prossimità di un materasso: indossava gli stessi vestiti con cui era stata vista l'ultima volta, il 14 luglio scorso. Con sé aveva i documenti ma non il cellulare ma gli inquirenti stanno, comunque, cercando di ricostruire i suoi ultimi contatti e gli spostamenti.

Al momento nel fascicolo avviato in Procura si procede per il reato di morte come conseguenza di altro reato. A dare l'allarme nella serata di domenica un uomo che, mentre portava a spasso il cane, ha sentito cattivo odore e ha allertato le forze dell'ordine. Per chi indaga la donna sarebbe morta nel luogo stesso del ritrovamento. Lo stato avanzato di decomposizione del cadavere fa supporre che il decesso- forse causato da una overdose - sia avvenuto il 15 luglio, giorno in cui Emanuela ha inviato un ultimo messaggio alla madre, dopo essere rimasta fuori la notte, in cui avvisava di essere al mare e si scusava per il cellulare scarico.

Secondo la mamma, la 32enne è stata portata in quella strada da qualcuno. "Lei non guidava, noi abitiamo nella zona di Colli Aniene - ha detto la signora che nelle ore successive alla scomparsa aveva presentato una denuncia - in quella zona Emanuela è stata portata". Sul corpo, fin da subito, non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza e anche l'autopsia ha confermato l'assenza di fratture o ferite. Gli inquirenti stanno analizzando anche le telecamere presenti nella zona nella speranza che abbiano immortalato elementi utili alle indagini.

L'obiettivo è anche individuare chi gli abbia ceduto la droga e in questo ambito fondamentale sarà verificare il traffico telefonico e gli eventuali contatti avuti dalla ragazze tra il 14 e il 15 luglio. Gli inquirenti non escludono che il telefono gli possa essere stato sottratto dopo il decesso. Emanuela - che in passato ha avuto problemi di tossicodipendenza - era tornata a vivere nella Capitale a gennaio dopo essere stata a Torino insieme al suo fidanzato, poi la fine della storia sei mesi fa e il ritorno a casa.