Morta dopo la liposuzione, il medico indagato dichiarò che nel suo studio non si eseguivano interventi invasivi
Si attende intanto l'autopsia sul corpo della vittima. Oggi verrà conferito l'incarico

Emergono nuovi dettagli sull’inchiesta riguardante Josè Gregorio Lizarraga Piciotti, il medico indagato per omicidio colposo dopo la morte della donna di 47 anni a seguito di una liposuzione. Secondo le carte, nel novembre 2018, durante le pratiche per la riapertura dello studio di via Roncati a Roma, Lizarraga Piciotti aveva presentato un’autodichiarazione in cui assicurava che nello studio non venivano effettuati interventi chirurgici invasivi, come appunto la liposuzione.
L'autodichiarazione alla Asl
Nel modulo inviato alla Asl, firmato dal medico, si specificava che lo studio avrebbe svolto solo prestazioni di minore invasività, senza interventi di chirurgia ambulatoriale o procedure ad alto rischio per la sicurezza del paziente.
Questa autocertificazione era stata richiesta dalla Asl dopo due ispezioni svolte dai Nas di Roma nel giugno e luglio 2018, che avevano rilevato la mancanza di un’autorizzazione adeguata. Di conseguenza, lo studio era stato chiuso e posto sotto sequestro, con l’applicazione di una sanzione amministrativa. Solo a novembre 2018 la struttura era stata regolarizzata e riaperta dal titolare.